Avvenire di Calabria

Il presule della diocesi di Oppido Mamertina - Palmi ha visitato il luogo devastato dal rogo

Tendopoli, il vescovo Milito: si smetta di parlare di emergenza

Toni Mira

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«Provo un senso di desolazione per quello che è successo e non doveva succedere». Lo ha detto il vescovo di Oppido-Palmi, monsignor Francesco Milito, entrando nella tendopoli/baraccopoli di San Ferdinando. Il vescovo ha poi camminato a lungo tra le baracche bruciate, accompagnato dai volontari della diocesi che da anni, da soli, accompagnano i migranti. «Dobbiamo smetterla di parlare di emergenza - ha denunciato Milito -. Emergenza è qualcosa di imprevedibile. Ma dopo tanti anni dobbiamo invece parlare di integrazione». Questi, ha aggiunto il vescovo rivolgendosi ai migranti, «sono fratelli che hanno bisogno. Le migrazioni ci sono sempre state, anche per noi italiani, ma c'era sicurezza sia alla partenza che all'arrivo. È possibile che oggi non si riesca a fare come allora?». E anche quello che si fa è poco, accusa ancora Milito. «Ci vuole qualcosa in più della presa di coscienza. Non ci può essere un'emergenza continua e non si può caricare tutto sulla nostra comunità. Se no questi drammi si ripeteranno. Tocca allo Stato continuare la sua opera portandola a compimento. Questa non è una tendopoli, parola troppo gentile, è plasticopoli, cartonopoli».

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