Avvenire di Calabria

L’imprenditore, riconfermato all’unanimità alla guida dell’ente, traccia le basi per il futuro e pone come primo obiettivo quello dello sviluppo turistico della città metropolitana

Tramontana: «Il turismo deve essere l’industria principale»

Davide Imeneo

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«La città di Reggio Calabria ha una grande potenzialità turistica da offrire. Lavoriamo alacremente per far sì che i turisti possano scegliere di venire qui. Anche sull’aeroporto tenteremo di capire qual è il contributo che possiamo dare per farlo tornare ad essere un punto di riferimento non soltanto per i reggini, ma anche per l’utenza messinese e delle Eolie». Da poche settimane, Ninni Tramontana è stato confermato, all’unanimità, presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria. Un traguardo abbastanza prevedibile, data la gestione virtuosa dell’ente negli ultimi anni, che ha permesso di ottenere ottimi risultati. Lo abbiamo incontrato per approfondire il futuro della Camera e le sue idee in tema di sviluppo economico della città.

Quali sono i principali obiettivi del nuovo mandato?
Sono contento di come sono andate le cose, sia per la condivisione che è emersa, che per l’unanimità sulla mia persona. Questo, ovviamente, mi riempie di orgoglio ma anche di tante aspettative per il prossimo futuro. Come vedo la camera in questi cinque anni? Con una maggiore consapevolezza, considerato che conosco meglio l’ente dall’interno e questo mi consente di agire con più sicurezza. Ci occuperemo tanto di innovazione, di turismo, di internazionalizzazione, con una particolare attenzione a quelli che sono anche i comparti strategici per la crescita del territorio come può essere quello delle infrastrutture, del trasporto, come ad esempio, il porto di Gioia Tauro, ma porremo attenzione anche alle infrastrutture: insisteremo sull’aeroporto, sulla rete ferrata.

Lei parlava di aeroporto. A suo giudizio, esiste una soluzione all’instabilità del “Tito Minniti”? Cosa può fare la Camera di commercio?
Adesso c’è una società di gestione che si occupa dei tre aeroporti e quindi anche dell’aeroporto della nostra città. Io mi auguro, da qui a breve, di avere anche un’interlocuzione con la società di gestione per cercare di capire insieme quale possa essere la strada da percorrere e dove la Camera può dare un supporto. Cercheremo di influenzare l’utenza verso l’aeroporto e quindi avvicinare i passeggeri della nostra città metropolitana, ma anche quelli dell’altra sponda. Si è detto sempre che l’obiettivo deve essere intercettare pure l’utenza messinese e delle Eolia. Avevamo iniziato un percorso anche con il sindaco delle isole e con quello di Milazzo. Mi auguro che si possano riprendere questi discorsi per cercare di avvicinare il più possibile l’aeroporto anche a queste realtà territoriali. Dovremmo capire insieme alla società di gestione come la Camera, ma più in generale il mondo imprenditoriale, possa essere di supporto alla società

Restiamo nel macro tema dello sviluppo turistico. Secondo lei, quali sono i margini di crescita a Reggio città metropolitana e cosa bisognerebbe fare per incrementare il flusso turistico?
Tra le funzioni che ci vengono attribuite dal ministero abbiamo la quella concernente il turismo e su questa ci stiamo lavorando tanto. È coinvolta la parte produttiva, ma anche il commercio, l’artigianato. Dunque, quando si parla di turismo tutti i settori dell’economia della città vengono interessati; dovrebbe essere la nostra industria più importante. Quanto ai margini di crescita, il turismo ne garantisce di altissimi. In questi anni, si sta registrando una crescita del comparto e noi la stiamo anche studiando. Abbiamo finanziato con la Camera un osservatorio sul turismo che evidenzia gli aumenti o le diminuzioni, ma va anche ad intervistare il turista per capire cosa egli cerchi, quindi sia le criticità ma anche i punti di forza. Abbiamo finanziato adesso anche la costituzione di due club di prodotto.

Di cosa si tratta?
In sintesi è una rete di imprese che cercano di organizzare il turismo puntando su una determinata specificità. Abbiamo finanziato due club di questo genere e, attraverso uno studio strategico fatto da una società di gestione, abbiamo focalizzato l’attenzione su due tipologie: uno è quello sui beni culturali e quando parlo di tale settore, mi riferisco a parte tutta la rete di musei, i siti archeologici, ovviamente anche al patrimonio della Chiesa, i vari borghi presenti sull’intera città metropolitana. L’altro club riguarda le attività sportive, lo sport activity.

Perché si è pensato di focalizzare l’attenzione su questi due club?
Per cercare di destagionalizzare il più possibile, non puntare al turismo balneare, quindi, perché la nostra città metropolitana nei due mesi di luglio e agosto vive di turismo legato soprattutto al turismo balneare. E non abbiamo citato neanche il settore agroalimentare che, ad ogni modo, poi si inserisce all’interno dei due club.

In che modo l’agroalimentare può inserirsi in questo contesto?
Di sicuro possiamo parlare tanto di cultura quanto di sport, ma quando vai a costruire un pacchetto turistico, è necessario prevedere in maniera basilare l’agroalimentare, quindi il ristorante, l’azienda, la visita all’interno della stessa. La conseguenza è che l’agroalimentare s’inserisce in tutti i club. Attraverso queste due realità stiamo cercando di organizzare l’offerta turistica e ad aprile, questa è la scadenza che ci siamo dati, usciremo con un’offerta turistica organizzata che propone il territorio sia in chiave culturale che in chiave sportiva. Occorre tenere presente che, oggi, il turista chiede sempre più esperienze diversificate. Ed il nostro territorio è ricco di esperienze da offrire. Abbiamo la fortuna di avere anche all’interno della città metropolitana il parco nazionale, quindi anche questa è una grande opportunità. Mi riferisco, ad esempio, a tutti i percorsi di trekking o a quelli naturalistici. Ma c’è un dato che non bisogna dimenticare: il turista oggi vuole anche entrare in azienda o comunque vivere insieme all’imprenditore fasi della produzione. E noi possiamo far vivere anche questa esperienza. Abbiamo una ricchezza di vari siti culturali, musei da non temere confronti.

Quali sono i margini di crescita?
Ci sono e sono veramente tanti. Serve forse soltanto organizzarla bene questa offerta e formare di più i nostri imprenditori, perché diano sempre di più un’offerta di qualità. Sotto questo aspetto, la Camera sta lavorando alacremente. Abbiamo istituito due marchi, uno è ospitalità italiana e uno è tradizioni reggine e, attraverso questi due strumenti, tendiamo a certificare le attività produttive. Certificando tale attività, dunque, cerchiamo anche di far emergere quelle realtà che si distinguono e quindi forniscono maggiori e migliori servizi.

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