Avvenire di Calabria

La riflessione del presidente della Camera di Commercio che spiega come, partendo dal valorizzare culturalmente la produzione, la sfida sono i mercati esteri

Tramontana: «La tradizione vinicola va internazionalizzata»

Redazione Web

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Il vino prodotto nella Città metropolitana di Reggio Calabria rappresenta una produzione di nicchia, ma anche una risorsa di elevato valore culturale, da conoscere e valorizzare in ragione delle peculiarità del prodotto, della storia e del legame con il territorio. Si caratterizza per la presenza di sei differenti tipi di vino a «Identificazione Geografica »(alcuni con peculiarità esclusive, come quello prodotto nei “vitigni eroici” della Costa Viola, il Palizzi, il Pellaro, l’Arghillà, lo Scilla e il Locride) e per due produzioni a «Denominazione di Origine», il Bivongi e il passito Greco di Bianco che sembra avere origini antichissime, risalenti alla Magna Grecia. Per queste sue caratteristiche, il comparto vitivinicolo può generare un importante valore aggiunto, in quanto presenta ampi margini di crescita quale produzione agroalimentare, ma anche quale risorsa capace di attirare l’attenzione di crescenti flussi di visitatori ed appassionati curiosi delle eccellenze enogastronomiche. «La valorizzazione del vino passa attraverso la acquisizione di nuove quote nei mercati nazionali ed internazionali, – ha dichiarato il Presidente della Camera di I commercio Antonino Tramontana – ma anche attraverso la conoscenza e la diffusione nel mercato locale. È importante sensibilizzare gli operatori della ristorazione, le enoteche e gli esperti del settore, perché sono i soggetti che maggiormente possono aiutare ed orientare il consumatore nella scelta dei nostri vini, favorirne l’accostamento alla gastronomia locale e stimolare le aziende della ristorazione al consumo».

La superficie agricola destinata alla produzione di uva nella Città metropolitana di Reggio Calabria è pari a circa 2.400 ettari, prevalentemente frammentata in piccole e piccolissime proprietà agricole. Nel 2016 la superficie agricola, i quantitativi di uva destinati alle produzioni a DO e IG del territorio reggino e il vino prodotto (escludendo la produzione Calabria IG che può essere prodotta in tutto il territorio regionale), sono esigui, ma comunque in crescita rispetto al dato 2015 (circa + 20%). Continua a crescere anche nel 2017 la superficie vitivinicola destinata alle produzioni di qualità. Gli operatori organizzati in impresa che operano nella filiera, invece, sono circa 150 (125 imprese viticole e 24 vinificatori). Tra il 2014 ed il 2016 si registra un incremento di 10 unità nel numero di operatori che rivendicano produzioni certificate di qualità della Città metropolitana. Come è noto, la Camera di commercio di Reggio Calabria svolge da decenni funzioni promozionali per il sistema economico locale e negli anni passati ha attivato numerose linee d’intervento che hanno riguardato le imprese agroalimentari (e dunque anche le imprese della filiera vitivinicola): dal sostegno alla partecipazione a manifestazioni fieristiche di valenza internazionale, all’organizzazione di operazioni di incoming con buyers provenienti dai principali mercati di sbocco. Con specifico riferimento alla filiera vitivinicola, proprio in ragione delle significative potenzialità di crescita del settore e della necessità di superare il limite della eccessiva frammentazione della filiera produttiva, la Camera di commercio si è impegnata e continua ad impegnarsi per favorire percorsi di aggregazione tra gli operatori, oggi attraverso la costituzione (in itinere) di un consorzio di tutela e promozione dei vini a DO e IG della Città metropolitana.
 
Dal 2012, inoltre la Camera di Commercio svolge anche le funzioni di organismo di controllo delle produzioni vitivinicole a DO e IG della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Quest’attività ha contribuito in questi anni ad accrescere da un lato la tutela dei consumatori, dall’altro la qualità della filiera. Le imprese oggi sono molto più consapevoli dell’impegno richiesto per ottenere una produzione certificata (e quindi sono più consapevoli del valore del loro prodotto). Le attività di controllo hanno favorito una riorganizzazione gestionale in molte imprese, con un monitoraggio dei processi produttivi e delle attività amministrative , con un vantaggio competitivo per l’intera filiera.

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