Avvenire di Calabria

Durante gli anni, l’essere all’interno di una dimensione «a due» cambia la prospettiva delle proprie scelte

Un marito: «Responsabilità coniugale, lotta contro gli egoismi»

Redazione Web

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Mi chiamo Francesco, ho 51 anni, sono sposato da 24 con Antonella ed abbiamo due figli qui con noi ed un terzo angelo che si trova in cielo. Il mio matrimonio è stato influenzato dall’esperienza di vita cristiana che con mia moglie abbiamo vissuto all’interno della Chiesa ed in particolar modo del Cammino neocatecumenale, iniziato più di 26 anni fa e che ancora oggi è lo strumento di cui il Signore si serve per illuminare la nostra via.

Nella vita di coppia ho potuto gustare una lenta, ma progressiva trasformazione della mia persona, che trova un graduale completamento nel mutuo scambio di sentimenti, di emozioni, nel vivere insieme il quotidiano, le gioie ed i dolori che inevitabilmente accompagnano l’umana esistenza.

Nel corso degli anni ho imparato a pensare non come individuo ma come coppia, sapendo che ogni scelta, ogni azione, si ripercuote inevitabilmente su mia moglie e sui figli. È una costante prova, un combattimento contro l’egoismo, contro la tendenza a ricondurre ogni cosa attorno al proprio benessere o tornaconto. Questo a volte ha generato incomprensioni, a volte liti con barriere che si alzavano a dividere la nostra relazione; ma tutto è stato utile per costruire la comunione tra di noi, poiché queste cadute sono state un crogiuolo dove il nostro matrimonio, grazie allo Spirito Santo, è stato temprato, ci siamo allenati a perdonare ed a chiedere perdono, rialzandoci insieme nei momenti di difficoltà, che pure abbiamo attraversato.

In questa battaglia contro gli egoismi, l’essere aperti alla vita è stata una delle vittorie più importanti, avere il proprio matrimonio benedetto dal Signore con dei figli ha dato un significato non solo alla nostra vita di coppia ma anche alla nostra dimensione spirituale. L’essere genitore mi ha aiutato a crescere come uomo responsabile, sia per ciò che concerne l’educazione dei figli, sia per quanto riguarda la salvaguardia dell’unione coniugale.

Dal cammino all’interno della Chiesa ho appreso l’importanza fondamentale della trasmissione della fede ai figli da coltivare già all’interno della propria casa durante l’infanzia, ma anche da curare nelle fasi successive dell’adolescenza, avviandoli ai percorsi di fede presenti all’interno della parrocchia. Inteso in questa dimensione, il concetto di responsabilità mi sembra uno degli aspetti più significativi dell’essere marito e padre; riconosco, tuttavia, che non vi può essere responsabilità coniugale o genitoriale senza un discernimento che viene dallo Spirito Santo, che è veramente un dono da richiedere a Dio.

Prima ancora che marito e padre responsabile, però, ho sperimentato che essere marito significa essere capace di amare in una dimensione che non è quella terrena, materialistica, ma che quella cristiana dell’amore al nemico; si, perché puoi sperimentare che a volte, all’interno del matrimonio, il nemico diventa tua moglie, quando ti giudica o ti scomoda nei mille modi in cui una moglie riesce a farlo. Soltanto questo tipo di amore, che è grazia divina, ci ha mantenuto in comunione e continua a regalarci un matrimonio saldo e felice.

Francesco Barreca

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