Avvenire di Calabria

L'esperienza vissuta da alcuni adulti dell’Azione cattolica Maddalena Franda della parrocchia di san Giorgio Martire di Reggio Calabria

Un pellegrinaggio di rinascita lungo il Sentiero dello Spirito

Redazione Web

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di Lidia Caracciolo - «Al passo del più lento». È questo il nome del gruppo virtuale dell’app telefonica che ha facilitato un’esperienza di pellegrinaggio vissuta da alcuni adulti dell’Azione cattolica “Maddalena Franda” della parrocchia di san Giorgio Martire di Reggio Calabria. In questo tempo in cui “ripartire” sembra essere un verbo fondamentale, anche nelle proposte di fede estive si è scelto di vivere un pellegrinaggio verso il Monastero della Visitazione di Ortì, percorrendo a piedi il Sentiero dello Spirito. L’introduzione al cammino è stata affidata a Luciano Cama, capo Agesci del gruppo di Archi san Giovanni, che ben conosce questo sentiero e ne ha descritto il senso e le caratteristiche. Abbiamo camminato per circa due ore, alternando il cammino a piccole soste riempite da canti e preghiere, accompagnate dal nostro parroco don Nino Pangallo in una riflessione che ha condiviso con noi, tramite cui ha paragonato la salita al cammino della vita nella fede. La nostra vita: un cammino iniziato con il battesimo, fatto da numerosi passi, a volte veloci e svelti, a volte lenti e faticosi. Ed è stato un po’ così: il cammino si è aperto con una salita piuttosto impegnativa. E le salite possono far paura, ci si può scoraggiare e scegliere così di rinunciare. Ma poi qualcuno accanto a te ti porge la sua mano per aiutarti, ti sorride, ti regala un canto o una piccola perla, e ti rammenta che non sei solo. La sensazione condivisa tra tutti i pellegrini è stata la medesima, appena giunti al Monastero: quella fatica così percepita fortemente all’inizio, era diventata solo il ricordo di un dolore fisico, che ha lasciato il posto all’entusiasmante percezione del trovarsi insieme davanti a quel bellissimo mosaico di Gesù risorto. Ci sono volute due ore per giungere al banchetto eucaristico, che abbiamo vissuto con la gioia nel cuore, accogliendo la benedizione finale di don Giuseppe Praticò come un mandato per tornare a valle più motivati. Siamo tornati a casa contenti di questa opportunità di rileggere nel cammino, la nostra vita di fede, con l’entusiasmo di chi si dice «Grazie» e si lascia con una domanda: «Perché non rifare un’esperienza simile?». Si riparte da qui, con i passi decisi di chi sceglie di vivere in Cristo e di testimoniare a tutti il suo amore per noi.

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