Avvenire di Calabria

Le testimonianze dei portatori della Vara che trasmettono il loro stato d'animo per questa festa insolita: «Il cuore piange senza la processione»

Uno sguardo sempre fisso sulla Madonna

Tatiana Muraca

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Una storia centenaria, quella dei portatori della Vara della Madonna della Consolazione. Uomini che hanno fatto la storia della festa più importante di Reggio Calabria, che quest’anno ha subito un duro colpo a
causa dell’emergenza sanitaria in atto. Niente processione per il 2020, ma la fede non si ferma. Non si può fermare, così come è sempre vigile l’impegno e la devozione dei portatori, nonostante l’amarezza di non poter portare sulle spalle la Madonna. Abbiamo incontrato alcuni di loro proprio lì dove è custodita la Sacra Effigie, presso il Santuario dell’Eremo. Tre cavalieri di Maria e un portatore più giovane: Lillo Tomasello, il più anziano del gruppo, portatore per ben 59 anni; Domenico Iaria, portatore da 52 anni; Giorgio Belmonte, portatore da 47 anni, e Bruno Canzonieri, portatore da 15 anni.
«Ancora una volta – ci dice Lillo – dopo 59 anni, incontro la Madonna della Consolazione nel Santuario dell’Eremo. Io sono un semplice portatore ed il mio cuore, anche se non posso più portare sulle spalle la Madonna, è sempre con Lei, che non mi ha mai abbandonato. Ho avuto fede immensa e la ringrazio ancora». Al grido «Oggi e sempre, Viva Maria», Lillo si emoziona come la prima volta: la sua voce è stata ben riconoscibile durante tante processioni, e ancora lo è all’interno del Santuario dell’Eremo, dove ha voluto salutare Maria «con tutta la voce che ho in corpo e con tutto il cuore». Un cuore che anima l’associazione da ben 20 anni: «che compiremo a dicembre – parole di Domenico Iaria – Abbiamo dedicato la nostra vita a servizio della Chiesa e della Madonna. Quest’anno il nostro cuore piange per non poter portare sulle spalle Colei che ci ha sempre aiutato, specialmente in tempi di pandemia. Volevamo fare la processione durante il Covid proprio per esternare quelli che sono i nostri desideri: superare anche questo momento difficile». Ma l’impossibilità reale di poter mettere in pratica la tradizionale processione ha frenato anche la speranza che anima da sempre i portatori della Vara, che nonostante questo si mostrano rispettosi delle regole.

Articoli Correlati