Avvenire di Calabria

Uno studente reggino su due non andrà in gita

Guido Leone *

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Con l’arrivo della primavera per molte classi delle scuole, in particolare medie e superiori, arriverà il momento di partire per il classico viaggio d’istruzione. Ci riferiamo alle gite scolastiche di più giorni, il viaggio d’istruzione per eccellenza che gli studenti ricorderanno per sempre nella loro vita.

Il viaggio d’istruzione non è solo una opportunità di divertimento, ma è soprattutto una tappa importante per la maturazione e la crescita degli alunni. Ed è per questo che organizzare un viaggio d’istruzione e scegliere la meta non è mai semplice.

Il problema, per gli scolari di oggi, è che se ne fanno sempre meno. Le gite scolastiche, anche per le scuole reggine e calabresi,  stanno diventando merce rara. La conferma giunge anche dal sondaggio effettuato da Skuola.net su oltre 7mila ragazzi di medie e superiori secondo cui solo il 45% parteciperà al viaggio d’istruzione.

E chi non parte? Il 46% Ha dovuto rinunciare a malincuore al viaggio. I motivi? Il fattore docenti è ancora quello predominante: in 1 caso su 4 (25%)sono proprio i prof a far saltare la gita, rifiutandosi di accompagnare le classi. Nel 10% dei casi ci sono questioni disciplinari alla base dello stop delle partenze. I motivi economici si aggiungono poi a quelli legati alle paure del terrorismo .Un altro 9% di studenti ,pur avendo avuto il via libera dalla scuola, non parteciperà lo stesso al viaggio. Per una fetta consistente di loro (il 28%) tale scelta è dovuta alle difficoltà economiche della famiglia, che non può permettersi di pagare la quota, anche se le spese per le gite scolastiche sono  detraibili dalla dichiarazione dei redditi 2018 . Ma sono ancora di più quelli che  hanno preso questa decisione in maniera spontanea: il 30% non ha piacere a stare insieme ai compagni di classe e questo è un dato inquietante. Tra le altre cause la mancanza di fiducia da parte dei genitori(6%).

Il turismo scolastico è stato per anni considerato un segmento turistico di scarsa rilevanza economica, tuttavia muove ogni anno grandi numeri aggiudicandosi un posto di rilievo nel panorama di segmenti turistici individuati a livello nazionale. Tra insegnanti e studenti sono circa quattro milioni e mezzo gli italiani che nel corso dell’anno scolastico si spostano per effettuare viaggi d’istruzione, fruttando complessivamente alle casse del comparto un miliardo di euro. Alle spese dei viaggi d’istruzione tradizionali si aggiungono poi quelli che la scuola organizza nel corso dell’anno con stage nelle aziende e  viaggi all’estero decisamente più seri e formativi. In questi casi ,tra l’altro,le famiglie non pagano nulla.

Bastano, dunque, queste cifre per comprendere come il turismo alimentato dall’universo scuola possa trasformarsi per l’industria dei viaggi in una opportunità di business importante, soprattutto in considerazione del fatto che il picco dei flussi si registra in periodi di bassa stagione.

Come meta principale per le gite scolastiche, si conferma l’Italia, specie alle scuole medie. Complessivamente, il 57% ha puntato una località del nostro Paese (l’80% nel caso delle secondarie inferiori), con le città in cima alle preferenze che sono le città d’arte come Firenze  (12%), seguita da Napoli (10%) e Roma (8%).  Più giù fra le mete troviamo Palermo (6%), Torino e Trieste (entrambe al 5%). Molto richieste anche le località sciistiche (6%).

Le gite all’estero comunque rimangono una valida alternativa: il 43% degli studenti, infatti, organizzerà  una visita nelle capitali europee con Berlino, Londra, Praga, Atene, Vienna e Budapest in cime alle preferenze al 6%. A seguire Madrid, Barcellona e Amsterdam (4%).

Cosa ha portato alla scelta finale della meta? Nel 67% dei casi, è stato l’interesse culturale del posto. Ma il 22% ha preferito puntare sulle città più economiche.

Se il terrorismo non spaventa nella scelta  della gita (il 6%), la sicurezza del mezzo di trasporto non pare essere una variabile (la valuta appena il 5%).
Il pullman resta il primo mezzo di trasporto (47%), anche se le compagnie aeree low cost (19%) rimangono l’alternativa (soprattutto se la gita è all’estero). Gli aerei di linea (15%) sono la terza strada percorsa, mentre i treni (14%) continuano a non essere molto usati.

Anche quest’anno si rinnoverà la collaborazione tra Miur e la Polizia stradale per rendere più sicure le gite.

Nel 2017 la Polizia stradale ha impiegato 11.474 pattuglie per il controllo a fronte delle 10.615 dell’anno precedente. Sono stati controllati 15.946 autobus, di cui 11.190 su segnalazione delle scuole (nel 2016 sono stati 15.546, di cui 10.126 su richiesta delle scuole). Nel 2017 su 15.946 veicoli controllati sono risultati 2.041 quelli irregolari, di cui 993 controllati su segnalazione delle scuole.

Le principali violazioni hanno riguardato: pneumatici lisci, cinture di sicurezza guaste, fari rotti (in 639 casi), mancato rispetto dei tempi di guida e di riposo (297) e eccesso di velocità (253). Nel corso dei controlli sono state ritirate 40 carte di circolazione e 35 patenti di guida.

Altra novità quest’anno riguarda i paesi italiani come nuove mete del turismo culturale scolastico. Infatti, oltre alle città d’arte più importanti, d’ora in avanti il Ministero della pubblica istruzione proporrà come mete di gite anche i centri abitati più piccoli. È la proposta dell’Anci contenuta nel protocollo d’intesa firmato nel corso dell’evento conclusivo dell’anno dei borghi. I borghi italiani rappresentano una grande risorsa culturale ed economica per il paese da cui partire per innovare e creare comunità resilienti e partecipate. In questa direzione l’idea di fondo del protocollo è di promuovere azioni congiunte fra Mibact, Miur e Anci che consentano di orientare il turismo culturale scolastico non solo verso le destinazioni tradizionali.

Questa presa di posizione potrà stimolare le istituzioni scolastiche  a invertire una tendenza che costantemente vede la Calabria tra le regioni più deboli,come Molise e Abbruzzo, perchè quasi mai indicate come meta principale di un viaggio d’istruzione con pernottamento .. E’ raro,infatti, incontrare scolaresche del nord che visitano i nostri luoghi pur ricchi di storia, e quant’altro.

La nostra regione viene, di fatto , baipassata.

La creazione di una guida del turismo scolastico è quanto mai opportuna per valorizzare l’unicità, l’identità e la tipicità del nostro patrimonio ambientale e paesaggistico, una ricchezza fatta di paesaggi incantevoli, di bellezze archeologiche e architettoniche, di relazioni, valori ed esperienze che i giovani hanno il diritto-dovere di comprendere , assimilare e di conoscere prima di tutto. Perché è stupefacente  verificare che gli studenti calabresi sconoscono per la maggior parte di loro la Calabria nel suo  vasto variegato  patrimonio, naturale, storico, architettonico.

Un invito che ancora oggi va rinnovato alle istituzioni scolastiche della regione affinché favoriscano sempre più gite e viaggi d’istruzione nelle varie località calabresi.

Ma ancor più stupefacente é verificare che gli studenti calabresi sconoscono per la maggior parte di loro la Calabria nel suo  vasto variegato  patrimonio, naturale, storico, architettonico.

Un invito che viene rivolto sempre più spesso, e che ancora oggi rinnoviamo, alle istituzioni scolastiche della regione affinché favoriscano sempre più gite e viaggi d’istruzione nelle varie località calabresi.

In tal senso può venire incontro una legge regionale più puntuale e , direi, più rigorosa in termini di vincoli per l’erogazione del supporto finanziario per quelle scuole che inseriscono nei loro programmi attività mirate o scambi culturali all’interno della regione e si impegnino a restituire in termini di elaborazione culturale il frutto dell’esperienza realizzata.

Una normativa premiale in questo senso potrà essere vincolata per esempio alla validità di una ricerca,di un particolare impegno,di una significativa testimonianza di impegno presentata dalle scuole e che si intende realizzare  in quella determinata parte del territorio.

Dobbiamo quindi avere il coraggio di dare al turismo scolastico un senso più profondo e strutturato.

Ma bisogna avere anche un altro coraggio: certificare la validità delle gite scolastiche.

Ci deve essere, in pratica, un soggetto terzo che dica se ci sia un rapporto positivo o meno tra il modello di un gita e la finalità che si vogliono perseguire. Ciò vuol dire, ovviamente, anche togliere dal circuito delle proposte di viaggio quegli itinerari che non raggiungono certi livelli qualitativi di educazione.

Non va dimenticata poi, l’opportunità messa a disposizione dai Parchi calabresi che anche per il corrente anno intendono sostenere il turismo scolastico nelle aree protette.

* già ispettore tecnico USR Calabria

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