Avvenire di Calabria

L’imprenditore Callipo assume per due mesi sette detenuti di Vibo Valentia

Vibo Valentia. Quando il lavoro «entra» in carcere

Saveria Maria Gigliotti

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Un’azienda nel mirino della criminalità che, invece, di chiudere ed andar via, non solo rimane con caparbietà ad operare su un territorio difficile della Calabria, come il vibonese, area sotto la protervia criminale dei Mancuso di Limbadi, ma decide di dare un segnale positivo e di rinascita anche a chi ha scelto la strada dell’illegalità.

È quanto avviene in questi giorni a Vibo Valentia dove la “Giacinto Callipo conserve alimentari”, storica azienda del settore, per il secondo anno consecutivo, ha deciso di entrare nella casa circondariale vibonese per dare vita ad un progetto solidale, portato avanti insieme a sette detenuti del penitenziario vibonese, assunti per due mesi dall’azienda con il compito di realizzare, nel carcere, diecimila confezioni regalo contenenti un assortimento dei prodotti Callipo in vendita per le prossime festività natalizie.

I detenuti sono stati formati in carcere dove hanno seguito un tirocinio con il personale Callipo «con l’obiettivo di trasferire loro le tecniche di confezionamento, ma anche i valori e le linee guida cui tutti i lavoratori dell’azienda devono attenersi».

C’è, quindi, una Calabria che, non solo reagisce e non si piega su se stessa, ma tenta di indicare una strada diversa da quella della criminalità offrendo una opportunità anche a chi, forse, con il suo agire avrebbe potuto far chiudere per sempre una importante realtà come questa.

E si tratta di una scelta non certo facile, specialmente per il Gruppo Callipo costituito da sei aziende che occupano complessivamente circa 380 addetti, e che, inserito tra le aziende nazionali con rating di legalità, spesso è stato al centro di “attenzioni” da parte della criminalità ma che, nello stesso tempo, come afferma Filippo Callipo, amministratore unico del gruppo, crede «molto in questo progetto di formazione e lavoro con i detenuti. Vogliamo trasmettere un messaggio di speranza e di fiducia in un futuro migliore per i detenuti – afferma l’imprenditore –, in un’ottica di reinserimento sociale per dare loro una seconda possibilità e ci auguriamo che questo possa diventare una catena virtuosa con il contribuito di altre aziende del territorio che come noi credono nella collaborazione sociale».

Un’attenzione che è stata ben accolta dalla comunità carceraria di Vibo Valentia.

Parole, queste, cui fanno eco quelle di Antonio Galati, direttore del penitenziario di Vibo che sottolinea che «come casa circondariale siamo impegnati nel costruire opportunità di reinserimento sociale per tutti i detenuti. Cerchiamo, infatti, non solo di stimolare riflessioni sul loro passato ma di trasmettere positive progettualità per il futuro, la speranza per il futuro è fondamentale per chi si trova ristretto qui». Ecco perché «la collaborazione con Callipo si conferma come una grande opportunità per i sette detenuti assunti e sono sicuro che, come già successo lo scorso anno, anche loro sapranno capitalizzare al meglio questo periodo di lavoro e di formazione. L’augurio – conclude – è che questo progetto possa ampliarsi attraverso ulteriori collaborazioni con altre aziende del territorio».

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