Oggi è la Giornata della Memoria e dell'Accoglienza: un tempo di riflessione sulle vittime del mare. Recentemente anche il territorio calabrese è stato ferito da una tragedia, quella di Cutro, che ha scosso le coscienze.
Dopo Cutro, non dimenticare le vittime del mare è un dovere etico
Dal 2016 il 3 ottobre è diventato la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, in virtù della legge 45/2016. La ricorrenza è stata istituita per ricordare e commemorare tutte le vittime dell’immigrazione e promuovere iniziative di sensibilizzazione e solidarietà.
La data del 3 ottobre ricorda un evento drammatico, ma non certo isolato. Da quel 3 ottobre ad oggi oltre 24.000 rifugiati e migranti sono morti o risultano dispersi nel mar Mediterraneo.
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L’Unione internazionale delle Superiore generali (Uisg), a nome delle oltre 600.000 suore in tutto il mondo, si unisce al ricordo di tutte le vittime dell’immigrazione che si celebra il 3 ottobre.
Il 2 e 3 ottobre l’Uisg sarà presente a Lampedusa con Suor Charity Katongo Nkandu, Francescana missionaria di Assisi, e in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza lancia un appello per un’alleanza tra suore e società civile per affrontare le sfide legate ai fenomeni migratori.
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L'appello delle suore di tutto il mondo
«Non possiamo voltare le spalle a chi mette a rischio la propria vita per cercare speranza e dignità. Oggi è più che mai urgente la necessità di un approccio integrale, integrativo e inclusivo allo sviluppo, che colleghi l’esperienza locale alla presa di decisioni globali in maniera coerente e responsabile».
L’appello è accompagnato da un “policy brief” con dieci raccomandazioni destinate ai governi nazionali e agli organi intergovernativi, alle organizzazioni dello sviluppo internazionale e della società civile e a tutte le persone di buona volontà impegnate per costruire un mondo più giusto e sostenibile.
Tra le raccomandazioni, c’è l’invito a «sostenere le persone in transito fornendo informazioni accurate e tempestive, in particolare sui pericoli del viaggio verso l’Europa, al fine di contrastare la disinformazione dilagante» e a favorire «un cambiamento linguistico che si sposti dai discorsi di paura, minaccia, emergenza e guerra verso conversazioni orientate su inclusione, integrazione, sviluppo e arricchimento reciproco».
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L'esortazione della Santa Sede
La Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale esorta, in occasione della Giornata del ricordo e dell'accoglienza, a nove anni di distanza da quel tragico evento , «ad alzare unanimi una preghiera affinché nessuno perisca a causa della migrazione, affinché nessuno sia più costretto a lasciare la propria terra, affinché ogni persona possa guardare con speranza al proprio futuro, e affinché i fratelli e delle sorelle più vulnerabili siano accolti e protetti».
«Il naufragio avvenne a pochi mesi dalla visita del Santo Padre a Lampedusa, l’8 luglio 2013», ricorda il Dicastero vaticano esortando a recitare oggi la preghiera che Papa Francesco elevò al Signore il 16 aprile 2016, durante la sua visita a Lesbo. «Fu il primo viaggio fuori Roma, fortemente desiderato da Papa Francesco, per pregare per tutti i migranti che erano morti in mare e per ringraziare i lampedusani, che sin dall’inizio si erano generosamente impegnati nell’accoglienza dei profughi».