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Gli studenti del prestigioso Liceo Montessori di Roma hanno iniziato il loro servizio volontario alla mensa sociale della Caritas, un percorso di responsabilizzazione e impegno che unisce didattica e vita vissuta.
Il primo giorno di servizio alla mensa sociale della Caritas è stato per gli studenti del Liceo Montessori di Roma un’opportunità di cittadinanza attiva e di crescita personale. La giornata ha visto i ragazzi impegnati in diverse attività: servire ai tavoli, pulire e accogliere gli ospiti. Tra i partecipanti, gli studenti che conoscono l’arabo e l’inglese hanno facilitato l’ingresso delle persone in fila in via della Sette Sale, presso l'Arciconfraternita del Ss. Sacramento e della Regina dei Martiri. Questa iniziativa, guidata da suor Rita De Bonis e dalla professoressa Maria Paola La Rosa, vuole essere un’esperienza formativa di educazione civica e solidarietà.
Il volontariato alla Caritas rientra tra le attività di educazione civica previste dal Liceo Montessori, in linea con le nuove linee guida stabilite dal decreto 183 del 7 settembre 2024. La preside Anna Maria De Luca spiega come queste linee guida sottolineino l’importanza del carattere personalistico della Costituzione italiana, la centralità della persona e il valore del rispetto per ogni essere umano. «La Costituzione non può limitarsi alla lettura dei suoi articoli, ma va vissuta concretamente – commenta la preside –. Per questo portiamo i ragazzi sul campo, tra i poveri, per insegnare loro l’importanza del volontariato e dell’impegno civico».
Suor Rita De Bonis, docente di religione, sottolinea il valore di una didattica che conduca gli studenti a fare esperienze significative: «Non ho mai pensato di insegnare con le parole, ma di testimoniare con la vita. Come diceva Hermann Hesse, “La verità si vive, non si insegna”». Per suor Rita, l’esperienza sul campo offre agli studenti orizzonti nuovi e li aiuta a comprendere il senso delle riforme e il loro ruolo nel mondo. «Vedendo i ragazzi impegnati e concentrati nel servire gli altri, ho sentito che questo impegno trasformerà il loro modo di vedere la vita, creando una nuova storia in cui potranno trovare segni di speranza».
La preside conclude evidenziando l’obiettivo della scuola di rendere il volontariato parte integrante della vita dei giovani. «Vogliamo che i ragazzi considerino il volontariato come una parte “normale” della loro quotidianità, così come lo sono la casa o la palestra. Il volontariato fa bene all’anima, ci aiuta a ridimensionare i problemi quotidiani e spero che i nostri studenti, da adulti, insegneranno lo stesso valore ai loro figli».
Questo primo giorno alla mensa della Caritas è stato solo l’inizio di un cammino che, grazie alla guida dei docenti e alla dedizione degli studenti, saprà lasciare un segno profondo e duraturo nelle vite di tutti coloro che hanno scelto di servire e aiutare.
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Resi noti i dati e il racconto del servizio svolto dalla rete che opera sul territorio diocesano reggino bovese.