Avvenire di Calabria

Gli scout del gruppo Agesci RC 9 festeggiano uno speciale compleanno che culminerà a luglio 2025 durante il campo estivo

Quarant’anni di scoutismo e speranza ad Archi Carmine

Dalla nascita del gruppo nel 1985 al cammino odierno, la cometa Halley che dà il nome al gruppo diventa simbolo di crescita e rinnovamento

di Redazione Web

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Archi Carmine si è vestita a festa per celebrare i 40 anni del Gruppo Scout Agesci Halley RC 9, una realtà che ha segnato profondamente la vita della comunità. Le celebrazioni, iniziate l’8 dicembre in occasione della solennità dell’Immacolata, proseguiranno per tutto il 2025, culminando con il campo estivo a luglio.

Gli Scout di Archi Carmine compiono 40 anni

Le celebrazioni ufficiali sono state avviate in una giornata simbolica, l'8 dicembre, solennità dell’Immacolata, come ha sottolineato don Angelo Battaglia, assistente ecclesiastico della Zona Fata Morgana e figura di riferimento per il gruppo: «Abbiamo iniziato questo tempo bello per il nostro gruppo scout, per il nostro gruppo Halley85. Vogliamo consegnare la nostra vita, il nostro "eccomi", in questo giorno così bello anche per la Chiesa, che è il giorno in cui ce l'abbiamo Maria Immacolata, attraverso un segno importante».

Un cammino lungo quarant’anni

Le iniziative per celebrare l'anniversario proseguiranno per tutto l’anno, con eventi che culmineranno in un campo estivo previsto per luglio 2025. Non sarà solo un momento di festa, ma anche un viaggio nella memoria di un gruppo che, nel 1985, ha deciso di chiamarsi "Halley" in onore della famosa cometa, visibile dalla Terra proprio in quegli anni.



Una scelta che ha il sapore della profezia, come ha ricordato Mimmo Polito, capo gruppo: «Un gruppo di giovani, non due, un gruppo di giovani che avevano un sacco di idee, un sacco di speranza, che volevano mettersi alla prova, incontrarono un sacerdote che, guardandosi intorno, si accorse che c'era troppo buio. Servivano energie, serviva la voglia di fare, servivano persone che portassero energia nuova».


PER APPROFONDIRE: Reggio Calabria, gli Scout festeggiano don Gianni Latella nella Chiesa di Monserrato


Il buio che si respirava allora non era solo simbolico. Archi, come gran parte di Reggio Calabria, viveva un periodo difficile, segnato da degrado sociale e isolamento. Ma la luce di Halley ha iniziato a brillare, non solo come cometa, ma come segnale di speranza e cambiamento. «Nasce il gruppo scout, è il 1985 e questa data cambia la vita di tante persone, cambia la vita di tutti quelli che sono entrati nel gruppo e quindi anche dei luoghi che loro abitano», ha aggiunto Polito, sottolineando il legame indissolubile tra la crescita del gruppo e quella del territorio.

La cometa e le stelle: simboli di memoria e speranza

Il momento più toccante dell’avvio delle celebrazioni è stato la Messa serale, durante la quale i ragazzi della Branca R/S hanno portato all'altare una grande stella cometa, simbolo del gruppo, sulla quale ciascuno ha collocato una stella più piccola con il proprio nome. Don Angelo Battaglia ha invitato tutti a fare della stella un simbolo di presenza: «Abbiamo reso più luminosa la nostra stella con le nostre vite, i nostri nomi, con le nostre storie».

Il segno tangibile di questo cammino è stato consegnato con una piccola "star light", una luce simbolica, distribuita ai presenti con un invito chiaro: «Vi chiediamo di raccoglierla, di prenderla, di accenderla e di portarla a casa vostra, ai bambini, ai fratellini, alle sorelline, agli esploratori, alle guide, ai ragazzi del clan nelle loro comunità», ha detto don Angelo. Un gesto semplice, ma carico di significato: la luce portata a casa, nelle famiglie, negli spazi di tutti i giorni, come simbolo di una comunità che si illumina e si riscopre famiglia.

Una storia di volti e numeri

Quante persone sono passate nel gruppo in quarant'anni? È una domanda che ha fatto sorridere Mimmo Polito, ma anche riflettere: «Avete mai pensato quante persone sono state nel gruppo in questi quarant'anni? Proviamo a indovinare. Cinquemila! Cinquemila! Secondo te stasera quanti siamo? Tanti!». Il numero esatto non lo sa nessuno, ma sarà un gioco per tutto l’anno: ciascuno potrà provare a indovinare quante persone hanno fatto parte del gruppo scout Halley RC 9, e chi si avvicinerà di più riceverà un premio simbolico al campo estivo.

Ma al di là dei numeri, resta il senso profondo di questa storia: «Non è tanto importante quante persone sono passate e sono diventate parte del gruppo in quarant'anni – ha affermato Polito – ma il fatto che in quarant'anni il gruppo ci sia sempre stato per ciascuno di loro». Non è un gruppo che si chiude in se stesso, ma una realtà che si rinnova con l’energia dei ragazzi e delle ragazze che ogni anno ne varcano la soglia.

Halley: da cometa a stella polare

Se la cometa di Halley è visibile dalla Terra ogni 76 anni, quella di Archi Carmine brilla ogni giorno. Non solo per i valori dello scoutismo, ma per il senso di comunità che è riuscita a creare. Valori come la solidarietà, l'impegno, la fiducia nel cambiamento. È una stella polare che orienta e guida, proprio come quella che portò i Magi alla grotta di Betlemme.



Questa coincidenza simbolica ha spinto i fondatori a scegliere il nome "Halley", non solo per la cometa del 1985, ma anche perché volevano essere quella luce capace di guidare un quartiere e una città. Oggi quella luce brilla più forte che mai, perché il gruppo scout non ha mai smesso di rispondere alla sua chiamata originaria: "Eccomi". E ora, con l’energia di sempre, è pronto a festeggiare i suoi primi quarant'anni, non come traguardo, ma come una nuova partenza.

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