Volontari nell'emergenza/3. Nei giorni scorsi l'Ace ha festeggiato i suoi primi dieci anni di attività
Ace, l’ambulatorio degli ultimi raddoppia il suo impegno
Redazione Web
27 Ottobre 2020
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Lino Caserta è un utopista. Probabilmente ne è consapevole: te ne accorgi quando centellina il sogno attraverso i dati scientifici. Quello che è successo a Pellaro da qualche anno, con la nascita e lo sviluppo costante di un ambulatorio solidale, non è un fatto scontato. Anzi, è un vero e proprio miraggio: un’oasi nel deserto che, seguendo il suo esempio, è stato replicato sul territorio di Villa San Giovanni dai volontari di Smile e che, adesso, attende la sfida – probabilmente – più ardua. Ripartire da Arghillà, quartiere–simbolo del disagio, nella Città sullo Stretto. Accanto a Caserta e gli altri medici e operatori dell’Ace c’è anche il Comune di Reggio Calabria che ha messo a disposizione i locali: la povertà sanitaria quando incontra un tessuto sociale come quello di Arghillà è una priorità assoluta. «L’articolo 32 parla chiaro », tira dritto Caserta, «i medici devono essere i veri avvocati dei poveri». Serve un lavoro di squadra: l’esperienza dei medici– volontari, inoltre, è un rischio. Sì, perché a valutare bene, dietro il business della Salute si celano interessi enormi e provare a dare risposte, senza alcun corrispettivo, indispettisce. Ma questo non spaventa Caserta, medico di lungo corso, che perso il ricciolo impertinente, oggi si accarezza i capelli sempre più grigi nel rispondere alle nostre sollecitazioni: «La medicina che proponiamo privilegia la ricerca della giusta misura, dell’equilibrio tra l’effettiva disponibilità di risorse, la garanzia di un accesso equo, e la possibilità di scelta in un contesto culturale in cui il progresso medico, inteso soprattutto come acquisizione di nuova conoscenza, è un valore che non può essere messo in discussione. Si tratta di una medicina capace di progettare e realizzare diverse azioni di sua competenza sulla base delle specifiche necessità della comunità, promuovendo la diffusione di interventi limitati e sostenibili».
La storia. Il centro si trova a Pellaro in una struttura pubblica che è stata recuperata all’interesse pubblico, dopo un lungo periodo di abbandono e incuria, grazie all’impegno dei volontari dell’Ace e della comunità pellarese. Il Centro è il luogo dove vengono concretamente realizzati i principi sanciti dalla Costituzione e dal sistema sanitario in una dimensione etica che accomuna la cultura cattolica e quella laica: «Chi ha doni. Chi non ha prenda». Proprio lo scorso 22 ottobre, il centro ha festeggiato i 10 anni dalla prima visita.
I servizi erogati. Ad oggi, presso il l’ambulatorio solidale di Pellaro sono erogati i seguenti servizi sanitari: cardiologia, chirurgia epato–bilio–pancreatica, chirurgia generale, urologia, chirurgia vascolare, ecocolodoppler, dermatologia, diabetologia, endocrinologia, dietistica, ecografia internistica, ecografia muscolo–tendinea, gastroenterologia, epatologia, neurochirurgia infantile, ortopedia, psichiatria, psicologia e reumatologia.
I prossimi step. Nella piazzetta di Arghillà nord, oltre al centro di medicina solidale ci saranno altri servizi sociali, all’interno di un vero e proprio polo di prossimità sociale che punta a soddisfare i bisogni essenziali più importanti delle persone, dei bambini e delle famiglie.
A Reggio Calabria l’8xmille alla Chiesa cattolica ha sostenuto un progetto della Caritas diocesana rivolto ai volontari dei centri d’ascolto. Una scelta, quella operata dalla Caritas reggina, che mira a consolidare la radice cristiana dell’impegno di prossimità verso gli ultimi del territorio.
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