Diocesi: Siena, il 7 ottobre il card. Lojudice guiderà il Rosario per la pace
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“Ho talmente tanta felicità che mi scappa dalla testa”: sono queste alcune delle prime parole che Riccardo Ceroni, detto “Schérpa”, l’84enne cittadino di Modigliana diventato – tramite i social – una persona “simbolo” della terza ondata di alluvione che ha colpito la Romagna, ha rivolto al vescovo mons. Mario Toso in visita sabato scorso al paese.
Dopo aver raggiunto Traversara, Faenza e Marzeno, il presule è infatti arrivato in mattinata a Modigliana, accompagnato dal vicario generale mons. Michele Morandi e dal direttore della Caritas diocesana, don Emanuele Casadio: accolto in canonica dal parroco don Marco Corradini e dal co-parroco don Stefano Rava, si è poi immediatamente recato presso il Ponte della “Tribuna”, laddove scorre il torrente Tramazzo che, nella serata del 18 settembre scorso, ha visto le sue acque gonfiarsi e invadere una parte della città, come già accaduto nel maggio 2023, lasciando nel letto del fiume macerie, legname e notevoli danni.
Quindi, l’incontro con i cittadini delle zone più colpite fra cui, appunto, anche Schérpa: dopo un caloroso momento di presentazione e di racconto di quanta gioia i giovani del paese gli abbiano regalato aiutandolo a ripulire tutto il suo magazzino dal fango, Riccardo ha invitato il vescovo Mario a seguirlo nel suo orto che si estende proprio ai bordi del Tramazzo, per fargli vedere le condizioni del fiume. “Da laico, rispetto la sua divisa e mi tolgo il cappello davanti a essa. Ma le chiedo con tutta la forza che ho – ha detto Schérpa – di impegnarsi e farsi portavoce delle nostre istanze, delle nostre esigenze con le autorità di governo, nazionali e regionali: non possiamo più aspettare, devono esserci interventi urgenti e concreti. Non è colpa del fiume se le sue acque ci invadono, ma è colpa dell’uomo che, nel tempo, ha sempre più invaso il fiume deviandone il corso e occupando il suo spazio”. A conclusione del commovente incontro, dopo numerosi abbracci, Schérpa ha voluto donare a mons. Toso una radice di legno da lui lavorata e ripulita, “simbolo della vita, della sua preziosità e della sua forza. La tenga con sé e la stringa quando avrà momenti difficili, perché la aiuterà!”.
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