Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE
Nel 2023 solo il 40,4% della popolazione economicamente attiva, con più di 18 anni di età, aveva accesso alla piena occupazione in Argentina. Lo rivela un’indagine diffusa dall’Osservatorio del debito sociale dell’Università Cattolica Argentina (Odsa-Uca). Sempre secondo la ricerca, l’8,8% di questa popolazione era apertamente disoccupata e il 24,3% era soggetta a una sottoccupazione instabile (lavori saltuari, temporanei o non retribuiti, o beneficiario di programmi di occupazione con compensazione). Allo stesso tempo, il 26,5% aveva un’occupazione regolare ma precaria (con livelli di reddito superiori a quelli di sussistenza, ma senza alcuna affiliazione al sistema di sicurezza sociale).
“Nell’ultimo anno – si legge nel rapporto -, è aumentata la percentuale di occupati nel settore micro-informale della struttura produttiva (lavoro autonomo, attività lavorative non professionali o svolte in piccole unità produttive con bassa produttività, elevato turnover e poco o nessun legame con il mercato formale). Nel 2023, questo settore rappresenterà il 53,2% degli occupati. Nello stesso anno, gli occupati nel settore pubblico rappresentavano il 14,2% (includendo sia i dipendenti che coprono le esigenze operative dello Stato sia i lavoratori in programmi di occupazione diretta), e solo il 32,6% degli occupati era nel settore privato formale (attività lavorative professionali o in unità economiche a media o alta produttività e integrate nei mercati formali)”.
Secondo l’Odsa-Uca. Vanno evidenziati alcuni indicatori che esprimono lo stato di vulnerabilità generale dei lavoratori in Argentina. Nel 2023, il 23% delle persone attive di età superiore ai 18 anni era a rischio di disoccupazione perché era stato disoccupato almeno una volta.
Il 51,9% del totale degli occupati non aveva contributi al sistema di previdenza sociale (il 38,8% dei lavoratori dipendenti non versa i contributi per la pensione e il 70,9% dei lavoratori autonomi non versa i contributi per la pensione) e il 42,7% degli occupati non aveva una copertura sanitaria da parte di una compagnia di assicurazione sociale, mutualistica o prepagata.
Fonte: Agensir