Avvenire di Calabria

Carceri: Garante dei diritti, sovraffollamento e suicidi. Necessari interventi urgenti. «Rispettare la finalità risocializzante della pena»

di Redazione Web

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Il 2024 inizia con un triste bilancio legato al pianeta carceri: l'aumento della popolazione detenuta e il ripetersi si sucidi dietro le sbarre. Una situazione emergenziale che non può più attendere, ha motivo di ritenere il Garante nazionale dei diritti dei detenuti.

Sovraffollamento delle carceri, il Garante nazionale dei detenuti lancia l'allarme: «Al limite della violazione dei diritti umani»

«La criticità della densità della popolazione detenuta è aggravata dalla modalità con cui viene attuata la nuova disciplina della detenzione della media sicurezza, per la quale se le persone non sono impegnate in attività restano chiuse nelle camere di pernottamento: la carenza di attività, riscontrabile in modo diffuso nel nostro sistema penitenziario, determina, pertanto, la permanenza nel chiuso delle celle, in spazi che in due Istituti sono anche certificati come inferiori al limite dei 3 mq per persona per cui la Corte europea dei diritti dell’uomo ha indicato la forte presunzione di trattamento inumano, in violazione dell’articolo 3 della Convenzione, articolo che – lo ricordiamo, scrive il Garante dei diritti – non ammette deroghe, neppure in situazioni eccezionali».


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Il Collegio del Garante nazionale ancora attualmente in carica, in attesa che si perfezionino le procedure di insediamento del Collegio che subentrerà per il prossimo quinquennio, «non può venire meno al compito di prevenzione sia delle violazioni dei diritti delle persone detenute sia delle conseguenti sanzioni a carico dello Stato e di tutti i cittadini, assegnato dalla legge all’Autorità di garanzia come adempimento ordinario».

Il sovraffollamento delle carceri non può più attendere

Il Garante nazionale segnala, quindi, a tutte le Autorità responsabili, «che lo stato di sovraffollamento degli Istituti penitenziari italiani non può attendere i tempi di progetti edilizi di diverso genere e non è colmato dalla realizzazione dei nuovi 8 padiglioni inseriti dal precedente Governo nel Pnrr, poiché essi potranno ospitare non più di 640 persone: una goccia rispetto all’eccedenza attuale di 13.000 detenuti rispetto ai posti disponibili».


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Il Garante nazionale raccomanda, pertanto, che «si assumano provvedimenti urgenti di deflazione della popolazione detenuta» e che «si avvii in tempi rapidi la previsione normativa per consentire una modalità diversa di esecuzione penale per le persone condannate a pene brevi, inferiori ai due anni di reclusione, che oggi contano più di 4.000 unità; una modalità di forte rapporto territoriale, da attuare anche recuperando strutture demaniali già esistenti».

«Tali misure – conclude la nota – potrebbero ricondurre il sistema al rispetto della dignità della vita delle persone detenute e della finalità risocializzante della pena, anche nella prospettiva di prevenire quel disagio che è molto spesso dietro gli atti di suicidio in carcere».

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