Al lavoro per una certificazione di fiore green al 100%
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L’olio extravergine d’oliva rappresenta un comparto strategico per il Made in Calabria agroalimentare
Le esportazioni di olio d’oliva italiano nei primi otto mesi del 2024 hanno già superato i 2 miliardi di euro “fatturati” in tutto il 2023. Grazie ad un aumento del 59% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Trainata da questa congiuntura favorevole anche la Calabria fa segnare buoni risultati su questo fronte. Anche se la produzione calabrese si attesterà quest’anno tra le 20/25 tonnellate al di sotto della media.
È l’analisi Coldiretti/Unaprol su dati Istat sul commercio estero relativi a gennaio-agosto diffusa in occasione della recente Giornata mondiale dell’olivo, varata dall’Unesco e promossa dal Coi per celebrare un prodotto fondamentale per la Dieta mediterranea e per la salute.
L’olio extravergine d’oliva rappresenta un comparto strategico per il Made in Calabria agroalimentare. Grazie all’impegno di circa 84mila aziende ad indirizzo olivicolo. Un patrimonio di biodiversità importante con oltre 100 varietà di olive coltivate dal “Pollino allo Stretto”. Per un totale di 25 milioni di piante, che insistono sul 24% della superficie agricola utilizzata, oltre 160mila ettari di cui 13mila dichiarati Igp. Un patrimonio dal quale si produce olio extravergine (3 Dop e 1 Igp). Oltre a decine di produzioni a km zero legate ai territori con una ricchezza di profumi e sapori che competono autorevolmente sul mercato.
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«Bisogna però tenere alta la guardia rispetto al rischio di manovre speculative che hanno l’obiettivo di mettere all’angolo i produttori i di extravergine, costringendoli a vendere sottocosto. Infatti, le grandi multinazionali puntano a dimezzare il valore del nostro oro verde, ma Coldiretti non accetta questo gioco al ribasso che penalizza olivicoltori e frantoiani, custodi della qualità del nostro prodotto. Un olio venduto a prezzi stracciati non è italiano né di qualità. La filiera deve riconoscere un equo valore ai produttori: senza di loro, non esiste futuro per l’olio extravergine italiano».
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