“Ricostruire” ciò “che è distrutto, ma anche “’ricucire’ ciò che è sfilacciato”, “’pacificare’ ciò che è nella discordia” e “ripensare l’Italia e in qualche misura rifarla”. Sono le indicazioni del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve e presidente della Cei, intervenuto dalle colonne de il Settimanale de L’Osservatore Romano di oggi 23 agosto, sul crollo del ponte Morandi a Genova. Gli interrogativi sollevati dalla vicenda, esordisce, rappresentano anche “una grande questione culturale, sociale e morale del paese” perché “dietro alla decisione di costruire (e custodire) una infrastruttura a uso pubblico” non vi è solo “l’opera dell’ingegno umano” ma altresì “l’idea di una comunità di persone” e “in definitiva, del bene comune”.
Con riferimento al “tempo della vicinanza” con le famiglie delle vittime, con gli sfollati che hanno perso la casa e gli affetti, con l’intera città di Genova, richiamato dal card. Bagnasco, il presidente Cei lancia un monito: “Una vicinanza fattiva, operosa, intima, silenziosa e non rabbiosa, senza fomentare odi ideologici, senza atti di sciacallaggio politico e desideri di vendette”. Per Bassetti servono inoltre “una responsabilità condivisa e un impegno civile costante e duraturo” nei confronti di “un paese stupendo” ma “estremamente fragile nel suo tessuto urbanistico, territoriale e anche in quello sociale”. “Mai come oggi”, ribadisce il cardinale, “accanto all’urgenza morale di ‘ricostruire’ ciò che è distrutto, vi sono un’urgenza spirituale di ‘ricucire’ ciò che è sfilacciato e un’urgenza sociale di ‘pacificare’ ciò che è nella discordia” per “provare a tracciare il cammino del futuro”. La salvaguardia e la messa in sicurezza del territorio e delle opere pubbliche “non possono essere ridotte a una questione tecnica che emerge nel discorso pubblico solo nel momento del dolore e della sofferenza”. Per Bassetti, “ci troviamo di fronte a una questione molto più complessa e importante: occorre ripensare l’Italia e in qualche misura rifarla. A partire dalla custodia, dalla difesa e dalla valorizzazione del suo territorio e delle sue città”.