Avvenire di Calabria

Annualmente la casa diocesana ''San Paolo'' nel cuore dell’Aspromonte diventa la dimora della Caritas

Cucullaro, oasi solidale del volontariato cattolico

Redazione Web

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Il Soggiorno Sociale è un’esperienza di accoglienza, condivisione e fraternità rivolta a tutti coloro che si trovano in una condizione di disagio.
L’idea venne negli anni ’70 a un sacerdote speciale, don Italo Calabrò, all’indomani della chiusura degli ospedali psichiatrici. Infatti, il Soggiorno sociale di Cucullaro, nelle sue prime edizioni – con cadenza più frequente di quelle di oggi, più di una volta l’anno – era rivolto proprio a chi aveva vissuto l’inferno dell’isolamento nelle case di cura. Il 2019 è il 41esimo anno per l’esperienza residenziale alla casa San Paolo che, quest’anno, accoglierà i suoi ospiti dal 26 agosto al 1 settembre. Una vacanza, sostenuta principalmente dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, pensata per chi non può permettersela, per chi vive la bellezza di uscire dall’isola– mento di una società che innalza barriere contro chi è diverso, debole, povero, ammalato, solo.
«L’’idea era semplicissima e don Italo la ripeteva sempre: “Bisogna prendersi cura delle persone”». Così nasce quello che oggi è comunemente chiamato Soggiorno Sociale della Caritas di Reggio Calabria – Bova. Testimone oculare degli ultimi trentacinque anni è Alfonso Canale, segretario diocesano della Caritas. I Soggiorni degli anni ‘80 furono, anzitutto, dei veri e propri laboratori sociali. Accanto all’attività con i “pazzi” vi erano dei momenti di confronto intensissimo con i rappresentanti istituzionali. «Cucullaro, ogni anno, diventava la casa delle politiche sociali – spiega Alfonso – era immancabile la presenza degli assessori al ramo e dei sindaci di Reggio Calabria. Proprio in questi dibattiti nacquero le esperienze di solidarietà ancor oggi presenti come Casa Corigliano». Lina e Gaetano Migliore sono marito e moglie e vivono da due anni l’esperienza del Soggiorno Sociale. Una vita nella parrocchia di Santa Maria dell’Odigitria, nel quartiere di Sbarre Centrali a Reggio Calabria, adesso – con l’incedere degli anni – hanno trovato ristoro per una settimana estiva in quel di Cuccullaro. Un «faro nella montagna» scrive Gaetano, ferroviere in pensione, ma da sempre con la passione per la scrittura (ha anche collaborato con il nostro settimanale L’Avvenire di Calabria, ndr) e che ha dedicato a Cucullaro diverse poesie in madrigale. «Qui insieme siamo tanti fiori», così Gaetano rilegge in versi il “suo” Soggiorno Sociale.
«Siamo arrivati qui grazie al nostro parroco (don Pasqualino Catanese, ndr)», dice Lina spiegandoci le difficoltà di salute del marito e il “toccasana” di una settimana in montagna. «Abbiamo trovato degli angeli ad accoglierci » prosegue Lina. Gaetano è accolito e vive l’esperienza del Soggiorno Sociale con grande spiritualità. A svelarne i sentimenti genuini sono le sue poesie, come quella dedicata a Lollo e Maria Grazia, due fidanzati che condividono l’esperienza del volontariato a Cucullaro. «Sono meravigliosi gli amori innocenti», scrive Gaetano. Coi suoi occhi, nonostante il morbo di Parkinson, riesce a scorgere i sentimenti puri di chi gli sta intorno. Rapporti che proseguono anche una volta scesi dall’Aspromonte e che comunque si riflettono nella vita quotidiana nella comunità parrocchiale. Così Lina trova, anno dopo anno, nuova linfa per proseguire con il suo impegno in parrocchia, oltre che un sostegno morale altissimo nell’affrontare le sfide che la malattia del marito gli impone. Lo fa insieme al figlio, il quale ha deciso di dedicarsi totalmente alla cura dei propri genitori.

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