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“La carità non ha orario, non conosce tempi liberi; perciò, è tipico di chi si è donato al Signore prendere iniziative di servizio a tutte le ore e in tutte le condizioni. I malati possono sempre contare sulla delicata vicinanza di queste persone perché il loro dono è a tempo pieno: non conosce condizioni né riserve”. Lo ha affermato oggi il cardinale Oscar Cantone, vescovo di Como, durante l’omelia nella cappella delle suore dell’ospedale Valduce di Como, nella ricorrenza dei 10 anni dalla beatificazione della fondatrice, beata madre Giovannina Franchi. “Siamo vicini con tanto affetto e gratitudine alle nostre suore di Valduce, così come sono chiamate abitualmente dalla gente di Como, particolarmente oggi nella festività della Vergine Addolorata, che è un momento di speciale riferimento per tutta la loro Congregazione”, ha detto il cardinale: “Proprio oggi alcune nostre sorelle ricorderanno una data di particolare riferimento nella storia della loro vocazione e noi pregheremo per loro e con loro perché non venga meno la gioia della loro consacrazione, unita al desiderio di continuare a vivere una maternità spirituale a vantaggio dei malati, nello stile di una gratuità aperta a tutti, come è il senso di chi ama e di chi serve nel nome del Signore”. A proposito del decennale anniversario della beatificazione della fondatrice, la beata Giovannina Franchi, il card. Cantoni l’ha definita “una donna coraggiosa, che ha preso l’iniziativa di prendersi a cuore i malati e i poveri della società del suo tempo e se ne è presa cura, mettendosi concretamente a disposizione. Madre Giovannina è una persona che non solo ha rilevato la situazione di bisogno, ma è passata decisamente all’azione, coinvolgendo altre persone che l’hanno accompagnata e sostenuta nella sua azione caritativa”.
“Sono trascorsi 10 anni da quando la Chiesa ha presentato ufficialmente alla comunità cristiana questa figura di donna consacrata come esempio da imitare e come persona che può intercedere presso Dio a nostro vantaggio. Lei certamente ha svolto il suo compito. In quanto a noi non so se abbiamo avuto altrettanto coraggio nell’azione quale l’ha avuto lei”, ha osservato. Maria, ha concluso, “ci ottenga il dono della pazienza nelle prove dolorose della vita, ma anche ci insegni a restare in piena comunione con il Signore Gesù anche quando tutto fosse buio intorno a noi”.
Fonte: Agensir