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“Per noi il santuario della Madonna della Montagna di Polsi è una meta importante, dove poter venerare la Madre di Dio ed esprimere il nostro sentimento religioso. Per noi essere cristiani è essere mariani. Non sappiamo essere con Gesù, senza passare attraverso Maria. Restiamo fedeli alla tradizione che ci consegna Polsi come meta di pellegrinaggio. Non dimentichiamolo! Venire in pellegrinaggio ed in carovana è un cammino penitenziale che aiuta a ritrovare la pace interiore, l’amicizia e la comunione con i fratelli e con Dio”. Lo ha detto questa mattina mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, durante la celebrazione per la festa dell’Esaltazione della Croce nel santuario mariano di Polsi, nella Locride. Il presule ha invitato i “fedeli di Polsi” a “non perdere il legame con Maria” e a “camminare sempre invocando Maria sapendo che Lei è una madre sempre vicina ai suoi figli come è stata vicina a Gesù per tutta la sua vita, dall’inizio sino alla croce. Tra Maria e la croce c’è uno stretto legame: non c’è Maria senza croce e non c’è croce senza Maria”. “Quanto sarebbe triste ed insopportabile – ha detto mons. Oliva – la croce col crocifisso da solo, senza la madre. Maria porta la croce insieme a suo Figlio. È madre dei dolori, ma sempre madre!”.
Questa celebrazione dell’esaltazione della croce “ci pone davanti un paradosso: l’esaltazione di una croce! Come si fa ad esaltare la croce, le nostre croci quotidiane. Nessuno di noi esalta la sofferenza e la croce. Gesù però ci mostra un significato diverso della croce: la croce non è per lui solo un patibolo, uno strumento di morte, ma è via di salvezza, espressione di una vita donata, di un amore portato sino alle estreme conseguenze. Sulla croce di Cristo sono appese tutte le nostre croci, i nostri errori, i peccati, le incoerenze, i fallimenti, gli odi e le inimicizie, le nostre sofferenze e malattie”. Mons. Oliva è poi tornato sulle difficoltà che incontrano i pellegrini a raggiungere il santuario: “tutto è vissuto col coraggio della fede, pur di incontrare la madre. I fedeli della Madonna di Polsi non si perdono d’animo e vivono il lungo percorso con intrepido coraggio e resistenza e soprattutto con tanta fede”. Nei giorni scorsi insieme a rettore del santuario, don Tonino Saraco il presule ha incontrato il Prefetto Clara Vaccaro, per esporre tutte queste difficoltà al quale “abbiamo fatto presente che l’accesso al santuario in sicurezza è un diritto dei fedeli, particolarmente per quanti sono anziani o ammalati o hanno disabilità, ma anche per le stesse famiglie. Ci siamo permessi di richiamare l’esperienza maturata in questi ultimi anni, grazie alla collaborazione tra il rettore del Santuario ed i Carabinieri di san Luca, che ha consentito di raggiungere il santuario senza eccessivi disagi”. Una richiesta che il prefetto ha “preso a cuore”rendendosi “disponibile – ha detto mons. Oliva – a risolvere le problematiche sollevate. Ogni decisione concreta non può non tener conto di offrire l’accesso in sicurezza, come anche il rispetto del norme e degli adempimenti richiesti per l’esercizio di ogni attività commerciale e l’occupazione dello spazio pubblico”. Il presule ha quindi ringraziato il prefetto ma anche tutti gli amministratori e le forze dell’ordine che hanno lavorato per rendere il meno difficoltoso possibile raggiungere il santuario in sicurezza “in un contesto di difficoltà ove l’affluenza dei pellegrini è stata concentrata soprattutto in alcuni giorni”. Ai fedeli devoti della Madonna di Polsi – ha concluso – “dev’essere possibile venire al santuario e vivere intensi momenti spirituali. Non si ratta di un privilegio, ma di un nostro diritto. Venire al santuario dà ristoro spirituale ed è un recupero di energie che ci dà benessere e ci fa recuperare la capacità di vivere la quotidianità affrontando con coraggio ogni difficoltà e vivendo da cittadini responsabili, partecipi alla vita pubblica”.
Fonte: Agensir