Avvenire di Calabria

Firmata intesa tra la Commissione Pari Opportunità e il Provveditorato Penitenziario

Diritti dei detenuti in Calabria, un protocollo per favorire l’inclusività

Obiettivo dell'accordo: prevenire discriminazione di genere, età, etnia, orientamento sessuale e disabilità

di Redazione Web

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La Commissione Regionale per le Pari Opportunità della Calabria e il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria hanno siglato un accordo per promuovere azioni concrete a favore di inclusività, rispetto dei diritti e prevenzione della recidiva nei contesti penitenziari.

Obiettivi del protocollo: un cambiamento culturale e sociale

Il Protocollo d’Intesa, firmato il 22 novembre a Reggio Calabria, rappresenta un passo importante verso la costruzione di un ambiente inclusivo e rispettoso dei diritti umani nelle carceri calabresi.



L’accordo, sottoscritto dalla presidente della Commissione per le Pari Opportunità, prof.ssa Anna De Gaio, e dal dott. Liberato Gerardo Guerriero, rappresentante del Provveditorato, si pone come obiettivo principale quello di prevenire discriminazioni di genere, età, etnia, orientamento sessuale e disabilità.

Formazione e sensibilizzazione

Un aspetto cruciale del Protocollo riguarda la formazione del personale penitenziario, che sarà orientata al riconoscimento e alla gestione delle discriminazioni, per creare un ambiente di lavoro più consapevole e inclusivo. Allo stesso modo, sono previsti incontri e workshop per i detenuti, con l’intento di diffondere una cultura del rispetto reciproco e della non discriminazione.


PER APPROFONDIRE: Dignità e reinserimento sociale: con il lavoro, una speranza per i detenuti di Reggio Calabria


La lotta contro la violenza di genere emerge come priorità centrale del progetto. Tra le azioni previste, figurano progetti di riabilitazione per i detenuti autori di reati di genere, finalizzati a favorire un percorso di responsabilizzazione e reintegrazione sociale.

Una rete di collaborazione territoriale

L’accordo mira a consolidare la collaborazione tra enti locali, Forze dell’Ordine, Prefetture e associazioni del terzo settore. Questa rete di supporto sarà determinante nel garantire il rispetto dei diritti fondamentali e nel facilitare il reinserimento sociale delle persone detenute.



Con una durata iniziale di tre anni, il Protocollo dimostra la volontà di perseguire obiettivi duraturi e di stimolare un cambiamento culturale che vada oltre il contesto penitenziario, promuovendo una società più equa e rispettosa dei diritti di tutti.

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