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Disagio giovanile a Reggio Calabria, l'assessore all'istruzione del comune analizza gli ultimi episodi ritenendo sia necessaria una riflessione da parte di tutta la comunità.
Lucia Anita Nucera, assessore alla pubblica istruzione del comune di Reggio Calabria analizza gli ultimi episodi legati al mondo del disagio giovanile, ultimo in ordine di tempo il violento pestaggio di sabato sera sul lungomare cittadino. «I fatti di violenza accaduti l'altra sera sulla via Marina ad opera di giovanissimi, impongono una riflessione da parte di tutta la comunità», ha motivo di ritenere l'esponente della giunta Brunetti.
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«Da mamma, da insegnante e da rappresentante delle istituzioni -afferma l' assessore -sono esterrefatta della ferocia con cui un gruppo di ragazzi si è accanito contro un loro coetaneo, il tutto ripreso da passanti. Credo che episodi del genere, non nuovi purtroppo, non possano lasciare indifferente nessuno, ma siamo chiamati tutti, come comunità, a interrogarci. Di certo, si tratta di un fallimento per tutti».
Un fallimento che deve, però, portare «ad un'attenta riflessione dei contesti familiari e sociali dove questi ragazzi crescono e della perdita di valori, di mancanza del senso del limite, di indifferenza che ha accompagnato il loro vissuto tanto da pensare di poter scatenare una violenza inaudita senza guardare minimamente alle conseguenze».
Per l'assessore all'istruzione di Reggio Calabria, dall'altro lato, «è necessario capire quali interventi siano possibili con un'azione sinergica che deve coinvolgere più soggetti, famiglie, istituzioni, forze dell'ordine, scuola, chiesa».
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«Non si può pensare - dice ancora Lucia Anita Nucera - che la dispersione scolastica sia la sola e possibile causa, che comunque resta un dato, perché la violenza perpetrata fuori dai contesti scolastici è frutto di una cattiva educazione e la scuola, per quanto presente e impegnata, non può di certo sostituirsi alle famiglie. Sono convinta - conclude l'assessore - che è importante riunire un tavolo tecnico al più presto per discutere di questa emergenza sociale e individuare possibili soluzioni ognuno per le proprie competenze».
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