Avvenire di Calabria

Pubblichiamo la testimonianza di monsignor Antonino Iachino confratello e amico del compianto sacerdote

Don Nuccio Santoro, un uomo profondamente libero

Redazione Web

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di Antonino Iachino - Ho conosciuto Nuccio Santoro al mio ingresso in Seminario nel mese di novembre 1953. Lui era seminarista da un anno e già indossava, come era allora la regola del Seminario, l’abito talare. Era in secondo ginnasio, anche se ancora aveva soltanto dieci anni di età. Era nato il 3 gennaio 1943. Proveniva da una famiglia profondamente cristiana. Aveva due zii sacerdoti esemplari. Il fratello del padre don Antonino Santoro era Parroco zelante in San Gregorio e Assistente di Azione Cattolica. Il fratello della madre era don Pietro Lazzaro, ordinato sacerdote nella Veglia Pasquale del 12 aprile 1952, pochi mesi prima che Nuccio entrasse in Seminario. Don Pietro Lazzaro è stato un prete di profonda spiritualità e di vasta cultura, professore di teologia e filosofia in Seminario, all’ Istituto Superiore di Scienze Religiose e nelle Scuole Statali, ma anche impegnato pastoralmente nei tanti servizi richiesti dalla Diocesi.

La vita di Seminario di don Nuccio si è svolta in modo sereno prima nel Seminario Arcivescovile diocesano, poi nel Seminario Pontificio “Pio XI”, diretto dai Padri Gesuiti, per gli studi liceali e poi nella Facoltà Pontificia dell’Italia Meridionale di Posillipo–Napoli per gli studi teologici, dove ha conseguito anche la Licenza in Sacra teologia. Ha atteso un anno per ricevere l’Ordinazione presbiterale perché doveva maturare l’età canonica dei 23 anni. È stato ordinato il 26 marzo 1966.

Ha svolto per più di venti anni il suo ministero sacerdotale e il suo servizio pastorale come vice–parroco nelle parrocchie del Sacro Cuore, del Santissimo Salvatore, della Candelora e di Condera: ha lavorato intensamente soprattutto al servizio dei ragazzi e dei giovani in maniera esemplare, sempre disponibile ad eseguire quanto gli veniva richiesto dalla diocesi e dagli anziani parroci.    Avuta la nomina di insegnante di religione nell’Istituto Industriale, si è dedicato al servizio dei giovani studenti per 35 anni con grande impegno e generosità, tanto da meritarsi la stima dei dirigenti scolastici, dei colleghi e soprattutto degli alunni che in gran numero lo hanno cercato sempre, anche al di fuori della scuola, considerandolo un grande amico, educatore e punto di riferimento per il loro cammino di fede.

Il primo ottobre 1987 è stato nominato parroco di Condera dove ha lavorato con grande impegno per sei anni. Il primo settembre del 1993 è stato trasferito nella parrocchia di San Giorgio al Corso. Contemporaneamente ha avuto anche vari incarichi come assistente spirituale di gruppi ecclesiali, movimenti, associazioni dove in modo discreto, rispettoso e scrupoloso ha svolto il suo servizio  di guida spirituale e di formatore. In modo particolare si è impegnato generosamente al servizio dell’Azione Cattolica sia parrocchiale sia a livello diocesano nel Movimento Studenti e nel Mieac dove ha sempre goduto grande stima, gratitudine e amicizia. Ha costantemente coltivato un bel rapporto collaborativo con i sacerdoti del Collegio Assistenti di Ac e con i laici responsabili dell’Associazione, meritandosi sempre la stima e gratitudine di tutti.

Don Nuccio aveva un carattere pacifico e sereno, disponibile all’ascolto e al dialogo con tutti. Amava il mare e lo sport. La sua spiritualità semplice e profonda traspariva nel suo modo di rapportarsi con gli altri in modo umile e rispettoso. Era un uomo mite, capace di trasmettere sempre serenità e pace. Aveva il culto della pastorale delle piccole cose, perciò era aperto e attento alla cultura e all’arte, a tal punto da promuovere e accogliere in parrocchia tante iniziative ecumeniche, di promozione sociale e di pluriculturalità,  a cui sempre partecipava portando la Parola che illumina e rasserena la vita. La sua carità, fortemente radicata in una profonda spiritualità sacerdotale di unione con Cristo  e di servizio ai fratelli. lo ha guidato ad accorgersi delle tante miserie spesso ipocritamente ignorate, promuovendo concrete risposte di accoglienza e di ascolto.

Non ha mai cercato nulla per sé e non mai frequentato compagnie di pettegolezzo, di ricerca di potere e di vantaggi personali. Ha sempre avuto grande rispetto per tutti e non ha mai sprecato incenso per ottenere grazie. Un uomo veramente libero e solare.

È stato un vero fraterno amico e merita un posto privilegiato nel cuore di chi ha avuto l’onore di incontrarlo e fare un pezzo di strada con lui e grazie a lui. Ora è arrivato a casa. Una morte improvvisa e inattesa. Riposi in pace.

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