Avvenire di Calabria

Un chilometro di strada a Gallico Superiore, da piazza Calvario a Passo Caracciolo, già via Casa Savoia.

Ecco perché Gallico ricorda con affetto don Demetrio Fortugno

Redazione Web

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Pubblichiamo la testimonianza di Oreste Arconte in occasione dell'intitolazione di una via cittadina a don Demetrio Fortugno.

Mi hanno insegnato che la santità del battesimo per noi cristiani si realizza soprattutto nelle persone umili. Dio dimora nei cuori dei semplici e i semplici lo manifestano in modo che tutti lo possono riconoscere con il loro esempio di vita. Credo che questo è stato don Demetrio Fortugno, un esempio di vita sacerdotale che diede molti frutti alla chiesa reggina in termini di sacerdoti e di vite consacrate. Mio parroco per 50 anni, fu pastore, padre, fratello e guida per la comunità di Gallico San Biagio. Sono nato due mesi dopo quel 16 febbraio 1951, quando, venuto a mancare il parroco don Sofi, l’arcivescovo Giovanni Ferro, lo mandò prima come vicario economo e dopo, il 30 giugno, lo nominò parroco. Vi rimase fino al 6 febbraio 2001, il giorno in cui il Signore l’ha chiamato con se in Paradiso. Don Fortugno, “’u Paricu”, fu molto amato dai gallicesi, per ricordarlo a perenne memoria gli hanno voluto intitolare il 6 febbraio 2010 il plesso scolastico della scuola primaria di Via Vespia a Gallico Superiore e mercoledì 6 febbraio 2019 gli è stato intitolata una strada. Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha svelando la targa della “Via Demetrio Fortugno (1927-2001) Parroco”, posta sulla facciata del palazzo comunale.

Un chilometro di strada a Gallico Superiore, da piazza Calvario a Passo Caracciolo, già via Casa Savoia. Presenti i famigliari, il parroco don Filippo Cotroneo che ha impartito la benedizione, i sacerdoti don Mimmo Cartella, don Tonino Catalano, don Vinci, parroco a Gallico marina, don Franco Saraceno, che lo ha ricordato con un filiale discorso. E ancora, il presidente della Commissione toponomastica, Cantarella e un nutrito numero di gallicesi. Teresa Pensabene, responsabile dell’oratorio parrocchiale “don Bosco” , ha sottolineato “la sua gratitudine per aver ottenuto la presenza delle suore Figlie di Maria Ausiliatrice che ha dato vita nel 1962 all’asilo e all’oratorio, nella Casa donata dai coniugi Doldo Frisina”. Infine, Anna Fortugno, a nome della famiglia ha voluto ringraziare la comunità parrocchiale presente e tutti coloro che si sono impegnati per questo riconoscimento a suo fratello Don Demetrio, che tanto ha amato Gallico come egli stesso scrisse in una lettera inviata nel 1984 alla prof. Lina Aresu: “Il grande Goethe entusiasta di ritorno, nella sua brumosa patria, esclamava ed interpellava: Conosci la terra dove fiorisce il limone!?. Gallico è in mezzo ai limoni, aranci e bergamotti. Il verde impera: l’azzurro-viola l’incorona; il solo ne è innamorato da non lasciarla mai e il profumo della zagara al dorato dei frutti.” Subito dopo una Santa Messa in suffragio a don Demetrio Fortugno nel 18° anno dalla morte, presieduta da don Antonino Iachino è stata concelebrata con don Cotroneo, il parroco, don Cartella, don Catalano e don Saraceno.

Nella omelia don Iachino ha ricordato don Fortugno. “Egli, ha amato profondamente la sua parrocchia. Come sacerdote è entrato per 50 anni nelle case e nella vita della gente. Amava la sua gente! Fu padre e pastore! Il pastore conosce il suo gregge. Don Fortugno, fu un prete innovatore! Lo conosciuto quando ancora seminarista veniva in seminario a proiettare i film e a farci il cineforum. A insegnarci il linguaggio dei segni. Po, continua don Iachino, dopo il Concilio Vaticano Secondo, giovane sacerdote venivo a Gallico, con altri sacerdoti per apprendere da lui e da don Faries come accogliere il rinnovamento liturgico, come fare l’omelia partendo dalla parola di Dio. Con lui ci confrontavamo nel modo come accostarsi ai giovani. A Gallico c’era l’oratorio, una cosa nuova in tutta la diocesi di Reggio. Don Demetrio Fortugno era un prete che stimolava, ricco di contenuti, ricco di parola di Dio. Un modello incarnato nel territorio. E’ bello essere un prete così. E conclude con una esortazione: “Preghiamo per i consacrati e per tutti i pastori che si spendono per il gregge seguendo il Signore”, come don Demetrio Fortugno, che fu un modello di vita!

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