Avvenire di Calabria

Turismo e tutela, tutte le opportunità legate al mare anche nel campo della ricerca sulle fonti rinnovabili

Energie sostenibili, il riscatto di Reggio è nelle correnti dello Stretto

Il professor Barbara (Unirc): «Le nostre acque racchiudono un enorme potenziale che andrebbe sfruttato di più»

di Francesco Chindemi

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La tutela da una parte, l’opportunità dall’altra. Il mare dello Stretto, a cui è legato il più famoso dei prodigi di San Francesco di Paola di cui sabato due aprile si è celebrata la memoria liturgica, «rappresenta una risorsa importante, non solo sotto il profilo turistico, ma anche energetico». Ad affermarlo è il professor Giuseppe Barbaro, docente ordinario di Idraulica presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

L’ateneo di Reggio Calabria guarda alla dimensione mediterranea anche attraverso la ricerca e lo sviluppo di tecnologie legate al moto ondoso e le correnti marine. L’attuale fase caratterizzata da una profonda crisi in campo energetico può essere una molla per rivalutare il rapporto tra Reggio e il mare.


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«Pensate, dal mare può essere ricavata energia green da ben sei fonti: le onde, le maree, le correnti marine, le correnti di maree, il gradiente termico e il gradiente salino», afferma Barbaro, il cui contributo alla ricerca, accanto al professor Beccotti, si è concretizzato nel Noel (acronimo di Natural ocean engineering laboratory): il laboratorio stabile collocato sul lungomare reggino, al centro dell’interesse anche di gruppi di studio e ricerca internazionali.

Il contributo dell’Università è documentato, ma cos’altro andrebbe fatto?

Il mare può offrire tanto in chiave turistica, anche grazie al clima favorevole che qui abbiamo dodici mesi l’anno. Non voglio peccare di presunzione, ma è sul fronte della ricerca che riscontriamo le maggiori soddisfazioni. Proprio perché siamo una delle poche università al mondo che ha un laboratorio stabile a mare. Le caratteristiche peculiari presenti nello Stretto ci consentono di eseguire modelli in scala ridotta di strutture marittime, fondamentali per condurre ricerche avanzate di ingegneria marittima, navale e costiera. A noi si rivolgono da ogni parte del mondo.

Qual è il contributo dell’ateneo, invece, per la tutela dell’ecosistema marino?

Il dialogo con gli attori istituzionali che si occupano della tutela del mare e dell’ambiente è costante. I nostri biologi, ad esempio, supportano l’Arpacal, l’agenzia per l’ambiente della Regione, soprattutto nella raccolta di preziose informazioni, fondamentali per il monitoraggio della filiera ittica. Collaboriamo, inoltre, con la Capitaneria di porto, in ambito paesaggistico, per quanto attiene in particolare la misurazione e la variazione della linea di battigia, fondamentale per le concessioni ai lidi durante la stagione estiva.

A proposito di estate. La bella stagione è ormai alle porte, il nostro mare come si presenta all’appuntamento?

La qualità del nostro mare è molto buona. Lo confermano anche le nostre indagini. Sembra un paradosso, ma è così. Ciò è dovuto al vento di maestrale che, anche nei periodi molto caldi di luglio ed agosto, non solo contribuisce a rendere più fresca l’aria, ma garantisce un movimento continuo delle onde che ripulisce l’acqua del mare. Basta fare una passeggiata lungo la via marina bassa di Reggio Calabria: è difficile trovare dei punti in cui siano presenti alghe e questo proprio grazie al movimento continuo delle onde del mare.

Come rinsaldare il legame con il mare nel prossimo futuro?

Personalmente, è un aspetto che mi sta a cuore sia da abitante di una città affacciata sul mare che da docente di un’università di respiro mediterraneo. Un pensiero condiviso anche da altri colleghi: auspichiamo sempre un maggiore rapporto della città con il mare perché ne beneficerebbe dal punto di vista economico l’intero territorio.


PER APPROFONDIRE: Energie rinnovabili, Pietrafesa (Unirc): «Unica via percorribile»


Quest’anno, a settembre, ospiteremo il Convegno nazionale di idraulica e sono due le richieste che i partecipanti hanno già fatto. Poter vedere i Bronzi e il mare, una combinazione perfetta proprio nel cinquantesimo delle due statue rinvenute nelle acque di Riace.

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