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Si apprestano a entrare nel vivo i festeggiamenti in onore della Madonna della Grazia a Gallico Superiore. Una tra le feste particolarmente sentite nella diocesi di Reggio Calabria - Bova, tra quelle che precedono le celebrazioni settembrine in onore di Maria Madre della Consolazione, patrona del popolo reggino.
Sabato prossimo, 17 agosto, la venerata effigie tornerà al mattino al Santuario della Madonna della Grazia. In serata la celebrazione eucaristica darà inizio ai festeggiamenti in onore di Maria.
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Il quadro della Madonna della Grazia, come tradizione, il sabato precedente l'inizio della festa (quest'anno il 10 agosto) è stato "sceso" presso la parrocchia di Maria Santissima di Porto Salvo in Gallico marina, dove vi resterà fino alla mattina di sabato 17 agosto. L'effigie sarà accolta alle 8 a Passo Caracciolo per la "risalita" verso il Santuario della Grazia. Nel corso della giornata, oltre alle celebrazioni delle 5.45 e delle 6.45 del mattino, è attesa la celebrazione eucaristica delle 19 che segna l'inizio dei festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Grazia.
Il tema scelto quest'anno per accompagnare i fedeli nell'itinerario in preparazione alla festa è stato "La Beata Vergine Maria regina della pace". Per ognuno dei sette sabati dedicati alla Madonna della Grazia si è pregato, infatti, per il dono della pace.
La festa della Madonna della Grazia è un evento di fede e devozione molto sentito a Gallico, quartiere a nord di Reggio Calabria, legato indissolubilmente al Santuario e alla carismatica figura di colui che per diverse generazioni ne è stato il rettore, oltre che il fondatore del Parco della Mondialità, padre Aurelio Cannizzaro.
PER APPROFONDIRE: Padre Aurelio Cannizzaro, il parroco della mondialità
Da missionario "nomade" a «bloccato», come egli amava definire ironicamente se stesso, re-iniziò proprio «nell'estremo lembo della penisola» il proprio servizio.
«Feci il girovago di Dio tra seminari, scuole pubbliche e private, fabbriche, case per anziani, carceri, ospedali», raccontava, finché nell’estate del 1967 venne incaricato di prendersi cura del Santuario gallicese della Grazia. «Circostanze apparentemente fortuite - scriveva in appendice della dodicesima ed ultima edizione del suo libro "Con i primitivi delle Mentawai" - mi fecero accettare "provvisoriamente" la responsabilità di un Santuario proprio a Reggio Calabria, la fatata (e, da qualcuno denigrata) mia amata "terra natìa". Un Santuario che porta il titolo più significativo per la mamma celeste: Maria Santissima della "Grazia"».
C'è un particolare del quadro custodito nel Santuario, in questi giorni portato in processione e venerato, che colpì più di altri padre Aurelio. È lui stesso a spiegarlo: «Mi fu particolarmente lieta scoperta la raffigurazione del globo che nella sacra effigie si vede in basso a destra».
«Una Madonna finalmente non costretta a schieramenti di bandiera o di titoli locali, preoccupata solo di mondialità nella "Grazia" redentiva per tutti. Fu così - le parole di Padre Aurelio - che mi sentii incoraggiato a realizzare, quasi ad allargamento all'aperto del Santuario, un Centro d'Animazione Missionaria all'insegna della parola d'ordine del duemila: "Mondialità"».
Su tre ettari di terreno accidentato della fiumara San Biagio di Gallico, padre Aurelio Cannizzaro costruisce quello che viene chiamato, non a caso, «Parco della Mondialità». In prossimità dell'ingresso, ancora oggi, una pergamena spiega: «Mondialità è uscire dal chiuso dell'Io per ritrovarsi in Dio, Amore per tutto l'Uomo, per tutti gli Uomini, per tutti i Viventi, per tutte le Cose».
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«Oltre ad essere messaggio per ogni visitatore», è una frase che anima «tutti e tutto al senso missionario della vita», ancora la testimonianza dell'indimenticato missionario "bloccato". Insomma ciò che poi rappresenta Maria.
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