
«Non possono esistere due livelli, uno nazionale e uno locale, nella comunicazione cattolica italiana», ad affermarlo è Massimo Bonicelli, direttore commerciale di Avvenire, che precisa il suo punto di vista: «C’è una coerenza di messaggio che deve trasformarsi in una stretta sinergia tra le sensibilità dei territori e la voce dei cattolici nel Paese». Un’idea, quella espressa da Bonicelli, che si è trasformata in azione in riva allo Stretto grazie alla sinergia tra Avvenire e l’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova. L’occasione per tracciare un primo bilancio, dopo un anno di pubblicazione de L’Avvenire di Calabria col quotidiano editato dalla Cei, è stato l’incontro proprio tra il direttore commerciale di Avvenire e l’arcivescovo Morosini e il clero diocesano durante il quale, assieme al direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali, don Davide Imeneo, è stato presentato un report gestionale dell’iniziativa editoriale. I risultati «numerici» confermano quelli dell’opinione pubblica: L’Avvenire di Calabria è cresciuto anche numericamente registrando un incremento del 161% dei ricavi dagli «N abbonamenti, del 183% dalla buone stampe diffuse nelle parrocchie e del 295% dalla raccolta pubblicitaria. Inoltre la diffusione del settimanale diocesano, adesso presente in tutte le edicole della regione, è triplicata. Numeri che, se da un lato sottolineano l’accresciuta sensibilità dei reggini (e calabresi) verso la stampa cattolica, dall’altro si tramutano in un dimezzamento dei costi per l’arcidiocesi di Reggio Calabria, proprietaria del settimanale. «Il trend in crescita non deve farci dormire sonni tranquilli – ha commentato don Imeneo – c’è ancora tanta strada da fare per offrire uno strumento sempre più utile alle parrocchie e ai parroci. Vogliamo puntare sulla formazione: il nostro settimanale diocesano deve diventare punto di riferimento e occasione di approfondimento per tutti gli operatori pastorali. Inoltre daremo più spazio a inchieste giornalistiche di carattere sociale: ci sono troppe zone d’ombra nella nostra provincia che meritano un’attenzione maggiore, soprattutto perché in gioco ci sono i diritti umani. Dedicheremo più spazio alle tematiche giovanili, un ambito nel quale la Calabria rischia di compromettere il suo futuro». Resta consolidata, dunque, la linea editoriale dell’inclusione delle tematiche sociali e civiche all’interno del settimanale diocesano: «Oggi non possiamo pensare di essere letti solo perché cattolici, dobbiamo proporre contenuti interessanti. E l’interesse è sempre direttamente proporzionale alla prossimità: riconosco un giornale come “mio” soltanto se condivide le mie istanze ed è “portavoce” dei miei bisogni». La carta stampata può reggere lo “scontro” col web, se fa approfondimento. Su questo non ha dubbi Bonicelli: «È un dualismo che, a mio avviso, non esiste: non c’è un transito di lettori dai giornali di carta a quelli online. Il vero problema è di tipo sociologico: i giornali sono sempre stati lo specchio di questa “piazza del confronto”. Se si osserva con attenzione i quotidiani stanno perdendo le caratteristiche marcate di differenziazione l’uno dall’altro. Quasi tutti, i nostri no».