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Il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria, un’occasione per commemorare le vittime dell’Olocausto. Anche in Calabria, come nel resto d’Italia, questa ricorrenza è un momento di impegno civico e riflessione sulle leggi razziste dei regimi fascista e nazista, che hanno lasciato ferite profonde anche nella nostra regione.
In occasione della Giornata della Memoria, ci siamo confrontati con Roque Pugliese, Delegato regionale e di sezione per la Comunità ebraica di Napoli e responsabile per il Meridione. Un’occasione per riflettere insieme sull’importanza del ricordo storico, sull’antisemitismo, e su come, anche oggi, sia fondamentale tenere viva la memoria delle atrocità passate per prevenire la ripetizione di simili crimini.
La Giornata della Memoria è di grande importanza per le comunità ebraiche calabresi, poiché rappresenta un momento di riflessione sul passato e sull’impegno per il futuro. Quest’anno, grazie al Museo Nazionale di Reggio Calabria, abbiamo potuto rivedere la stele di Strongoli, un raro reperto medievale con scritte in ebraico che testimonia la ricca storia multiculturale della Calabria. Anche nei reperti dei Poli Museali, come il Candelabro di Bova, vediamo simboli di speranza e fratellanza nella diversità. In Calabria, come nel resto d’Italia, la Giornata della Memoria ricorda le sofferenze dovute alle leggi razziste fasciste e naziste, che portarono all’internamento degli ebrei in campi come Ferramonti di Tarsia.
Ebrei di tutte le età furono imprigionati semplicemente per essere nati ebrei, in un sistema che li privava di diritti fondamentali. La Giornata ci invita a non dimenticare anche storie di resistenza, come quella del magistrato Emilio Sacerdote, che, destituito per la sua origine ebraica, si unì alla lotta partigiana. Oltre alla sofferenza, ricordiamo anche gesti di umanità, come quelli di persone semplici a Tarsia che, nonostante la propaganda razzista, si mostrarono solidali con gli internati.
Approfondendo in modo responsabile la Storia e gli errori commessi per aiutare a cambiare modalità di linguaggio e messaggi. Solo in questo modo si potrà costruire un futuro di convivenza pacifica.
L’antisemitismo che ha portato alle leggi razziste fasciste non è diverso dall’antigiudaismo medievale nelle sue finalità. Negli anni ‘30, si presentava con nuovi pretesti e slogan, incitando l’odio verso gli ebrei. Oggi, sebbene il linguaggio e le forme possano essere diverse, l’antisemitismo non è cambiato: si maschera sotto colori politici, battaglie sociali e nuove forme di comunicazione. L’odio viene alimentato da internet e dai social, dove il linguaggio superficiale e ripetitivo può facilmente coinvolgere i giovani e le masse, creando un “meccanismo di branco” che annulla l’individualità. Anche i media tradizionali spesso si adeguano a questi messaggi, come accaduto con la propaganda di massa sotto il regime nazista, diretta da Joseph Goebbels.
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Un esempio emblematico di antisemitismo oggi è l’assalto alla Sinagoga di Bologna, che mostra come l’odio possa emergere anche senza giustificazioni valide, proprio come avveniva negli anni del nazifascismo. Come scriveva Hannah Arendt ne “La banalità del male”, l’indifferenza e la banalizzazione della violenza sono strumenti per la diffusione dell’odio.
La nostra democrazia è nata dal sacrificio di giovani che hanno lottato per la nostra Costituzione, un fondamento legale su cui costruire la libertà. Primo Levi parlava di “ignoranza volontaria”, riferendosi a chi chiudeva gli occhi di fronte ai soprusi che hanno permesso la nascita dei campi di sterminio. Oggi, essere indifferenti a chi incita all’odio è lo stesso atteggiamento di chi, negli anni ‘30 o nel Medioevo, si voltava dall’altra parte.
La famiglia, la scuola hanno un ruolo fondamentale e decisivo nel trasmettere i Valori Fondanti ed il senso civico della nostra Costituzione Italiana. L’approfondimento della Storia è il mezzo adeguato per prevenire un linguaggio superficiale di revisionismo storico e di propaganda. Forse è “partire dal basso” il sistema migliore, dall’esempio di non voler ignorare quello che sta accadendo. Dialogo con le realtà cattoliche locali, con altre realtà culturali per dare un esempio di volontà di convivenza.
Ricordare che la Democrazia ci è stata donata dalla sofferenza di migliaia di giovani soldati inquadrati negli eserciti anglo americani (tra cui giovani della Brigata Ebraica che combatterono in Italia madre di Leggi Razziste) giovani della Resistenza. Sconosciuti… che morivano per la Libertà e far nascere la Costituzione Italiana a noi regalata. L’amnistia generale con Togliatti, veloce in Italia, impedì di capire quanto orrore fu creato e di discernere gli alleati del nazifascismo da quelli che lo combatterono per farli riemergere oggi con lo stesso odio.
In Calabria, inutile negarlo, la giornata della Memoria ci fa volgere lo sguardo nel passato all’antigiudaismo con le persecuzioni e le cacciate dal meridione ed il confronto con l’antisemitismo di natura razziale degli anni 30.
Purtroppo lo sguardo è anche a quello che accade oggi con un antico antisemitismo che si veste con nuovo odio, uno stesso male mai processato e venuto sull’onda delle propagande. Sicuramente è urgente continuare a dialogare e puntare sulla cultura e studio della storia che è maestra. Curare ed aiutare lo studio per i giovani per impedire falsi pretesti di revisionismo storico.
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