Avvenire di Calabria

Come ogni 5 dicembre si celebra la Giornata mondiale del volontariato: vi proponiamo alcune testimonianze di passione, impegno e amore

Volontari in Caritas, «aiuto e “ascolto”: ecco il vero servizio»

Antonio e Mariella raccontano il volontariato: «È scuola di empatia e condivisione». Demetrio: «Tutto è iniziato da una semplice curiosità»

di Davide Imeneo

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Oggi è la Giornata Internazionale del Volontariato. Celebrata ogni anno il 5 dicembre, riconosce il ruolo che i volontari ricoprono nel miglioramento delle società, nell’equilibrio delle economie e nella protezione dell’ambiente. In questa pagina vi proponiamo alcune storie di servizio, amore e impegno per i più bisognosi.

Volontari in Caritas: «Il servizio, scuola di empatia e condivisione»

L’esperienza del volontariato in un centro di ascolto Caritas va oltre il semplice aiuto materiale. In un mondo sempre più frenetico e isolante, emerge chiaramente la necessità di trovare persone disposte ad offrire tempo, attenzione e vicinanza. Ne abbiamo discusso con Antonio De Leonardis, volontario della Caritas Parrocchiale della chiesa di San Giorgio Martire (Extra), a Reggio Calabria, assieme alla moglie Mariella.

Quali sono i bisogni più urgenti che il vostro servizio cerca di affrontare?

Chi si approccia al nostro centro d’ascolto oltre ai bisogni materiali primari, - alimenti vestiti - ha bisogno di essere ascoltato; in questi anni è una condizione che è sempre più evidente. Tanti fratelli sono bisognosi di ascolto, di consolazione, hanno il desiderio di sentirsi amati.

Quali competenze o qualità personali sono più importanti per chi fa volontariato alla Caritas?

Quando emergono richieste specifiche cerchiamo figure professionali che ci aiutano. In generale nel rapporto diretto con chi si trova nel bisogno, sono importanti le qualità personali del volontario e quelle che può imparare a sviluppare; l’empatia, il saper stare in ascolto, imparare a non dare soluzioni facili.



Nella nostra esperienza molto abbiamo imparato durante le formazioni permanenti per i volontari proposte dalla Caritas diocesana.

Come collaborate con gli altri volontari e quanto è importante il lavoro di squadra in questo contesto?

Pensiamo che il lavoro di squadra sia essenziale per riuscire a dare aiuto a tutti. Collaborare con gli altri volontari non è semplice perché siamo tutti diversi, ma uniti nell’amore verso Gesù e verso il prossimo, impariamo a collaborare, venendoci incontro l’un l’altro, perché alla fine ciascuno ha chiaro che non è fine a sé stesso l’aiuto.


PER APPROFONDIRE: Corredino sospeso, la rete di mamme per le mamme


Abbiamo sperimentato che è molto importante il lavoro di rete e la comunicazione tra le varie caritas, ed in questo ci viene in aiuto lo strumento l’OSPO WEB, che ci mette in contatto con gli altri centro d’ascolto.

Cosa dire a qualcuno che è indeciso se impegnarsi nel volontariato?

A chi si avvicina per la prima volta ai nostri servizi come volontario direi “vieni e vedi!”; vedi quanto è bello dedicarsi al prossimo; poche parole e tanto esempio. Ci piace ricordare che la nostra fede si concretizza con le opere e che in ogni persona bisognosa c’è una parte di Gesù.

Una storia particolare, da condividere?

Ricordo un episodio all’inizio del nostro servizio; un giovane sposo, lo ascoltiamo e gli diamo dei viveri, e lo invitiamo a ritornare. Ci ha colpito il suo atteggiamento spavaldo. Viene tante altre volte, e ad ogni appuntamento si apre sempre di più, tanto da riuscire a condividere con noi tanti vissuti. Tutti eravamo felici, convinti di aver svolto un buon servizio. Lo incontriamo un’ultima volta una sera di dicembre, ci scambiamo gli auguri di natale e consegniamo la busta con i viveri, lui sembrava sereno.



La mattina seguente come un fulmine a ciel sereno leggiamo la notizia che «un giovane si è tolto la vita sopra il treno che lo riportava a casa, e vicino al suo corpo c’erano delle buste di spesa donati dalla caritas». Al rientro a casa confido a mia moglie quanto appreso e lei che ancora non era una volontaria, mi dice «ma voi a che servite al centro d’ascolto? Solo per dare la spesa?!». Questo episodio ha cambiato il mio modo di fare servizio! Oggi assieme a Mariella e ai volontari tutte le volte che arriva qualcuno proviamo a spendere un po’ più di tempo e abbiamo imparato ad andare oltre le apparenze.

Dalla curiosità alla scelta, un viaggio spirituale: la testimonianza di Demetrio

Il percorso nel volontariato spesso nasce da motivazioni inaspettate. In questo articolo, Demetrio, volontario del centro di ascolto Caritas della Parrocchia di San Giorgio Martire condivide la propria esperienza personale, iniziata per semplice curiosità, che si è trasformata in una scelta di vita.

Puoi raccontarci cosa ti ha spinto a iniziare questa esperienza di volontariato?

La curiosità. Ogni anno il 25 dicembre incontravamo dei vicini di casa che rientravano a casa alle 14 entusiasti dell’esperienza che avevano appena vissuto con i poveri in parrocchia. Siamo stati attratti dalla curiosità di vedere una chiesa che nel giorno di Natale spalanca le porte e si trasforma in una grande mensa per i poveri. Mi incuriosiva pensare che un posto così solenne potesse trasformarsi in altro. È stato invece sorprendente vedere che proprio la solennità dell’Incarnazione del figlio di Dio veniva esaltata nell’accogliere i poveri.

Qual è stato il momento più significativo che hai vissuto nel tuo servizio alla Caritas?

È stato certamente il pranzo di Natale del 2005 il momento più significativo della mia esperienza con i poveri perché quello è stato l’inizio. Da quel momento la mia curiosità piano piano si è trasformata in scelta di servizio grazie a chi, volontari della prima ora, parroco, ci ha guidato senza pretendere tutto e subito, ma lasciandoci liberi di far maturare la nostra fede e di scegliere la nostra strada.

Come si è evoluto il tuo rapporto con la comunità parrocchiale attraverso il tuo impegno caritativo?

Il servizio nella Caritas mi ha responsabilizzato. Sento di dover restituire agli altri tutto il bello che la vita mi ha donato. Ad oggi portiamo avanti l’accoglienza dei poveri ogni domenica con la mensa della solidarietà.

Qual è l’aspetto più gratificante del tuo servizio?

Non so esattamente cosa mi gratifica ed in tutta onestà non mi preoccupo di capirlo, forse per paura che la scelta di servizio possa diventare una scelta egoistica centrata più sulla mia persona anziché sugli altri. Ci piace sperare che, come per noi, attraverso quello che viviamo altri si possano “contagiare”.

In che modo pensi che il tuo volontariato abbia cambiato la tua vita spirituale?

La scelta di servizio ha inciso in maniera determinante sul nostro percorso di fede. Prima di questa esperienza vivevo ai margini nella chiesa. Nel mio vissuto di fede praticare la carità è il modo più bello di pregare e dire grazie per tutte le meraviglie che il Signore ha generato nella nostra vita e con la nostra vita. 

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