Ventiquattro bambini, solo ventiquattro… Un numero anche simbolico che dà un “volto” e un nome a quei piccoli che ogni giorno vengono accolti dall’Associazione “La Provvidenza”. Chi sono? Come vivono? Bambini dai 6 ai 12 anni - prevalentemente stranieri con famiglie disagiate – trovano accoglienza presso i locali del Centro diurno sito nel quartiere Trabocchetto di Reggio. Secondo la Carta dei servizi della Fondazione «l’opera si ispira ai valori etici e sociali che sono propri del messaggio cristiano ed in particolare a quelli della condivisione e promozione umana degli “ultimi” ed è attenta ad accogliere gli orientamenti, le indicazioni e le sollecitazioni che la comunità scientifica offre per l'accoglienza, la socializzazione e i percorsi educativi dei minori.
Già da molti anni la Fondazione si occupa di minori stranieri, predisponendo programmi specifici indirizzati a favorire l'inclusione sociale degli stessi minori e delle loro famiglie». «Il servizio svolto a favore dei minori – dice Maria Luisa Scarpino, una delle educatrici - consiste nel sostegno e recupero scolastico e in attività ludico-ricreative per rispondere ai bisogni di socializzazione». Durante il periodo scolastico i bambini vengono accolti dalle 13 fino alle 19 e – oltre al servizio mensa – viene offerto loro un supporto psicologico e formativo. L’estate segna un periodo di pausa, non prima, però, di aver vissuto esperienze avvincenti e divertenti. Luglio ha visto i piccoli – seguiti dagli educatori – impegnati tra attività ludiche e tuffi al mare.
Quattro i momenti che hanno scandito le calde giornate del mese da poco concluso. Maria Luisa ricorda «la splendida settimana vissuta al Lido Comunale di Reggio, luogo in cui il mare ha dato ai bambini un senso di libertà e di benessere fisico». «Non sono mancate le esperienze di laboratorio di psicomotricità – continua l’educatrice – la musicoterapia e le giornate in libertà sulle coste delle spiagge libere della città. In particolare la musicoterapia, guidata da Lidia Caracciolo, ha offerto ai bambini un mondo nuovo in cui scoprire spazi e tempi del tutto sconosciuti». La “Provvidenza”, dunque, accoglie i minori e formula un progetto educativo finalizzato alla crescita psicofisica degli stessi, al fine di valorizzarne potenzialità e talenti.
«Se dovessi fare una sintesi della mia esperienza di educatrice durante quest’anno – racconta Maria Luisa – potrei dire, senza alcun dubbio, che stare accanto a bambini, provati dalla vita, offre l’opportunità di sperimentare un “mondo affettivo” nuovo. Emotività ed empatia devono andare di pari passo, perché se si è distaccati non si può comprendere intimamente l’altro. Non deve, però, mancare l’equilibrio, che fa essere un educatore fermo nella disciplina. I bambini hanno bisogno di regole e di riferimenti». Minori disorientati, feriti, soli, che non hanno bisogno di essere “compatiti”, ma di essere accompagnati in un percorso in cui la vita può aprire strade di “recupero”, di riscatto e di libertà nell’amore.