Avvenire di Calabria

Un manichino femminile con la testa mozzata in un lago di vernice rossa

Il gruppo Fem.in dietro il manichino davanti a Palazzo Campanella

Azione dimostrativa legata alla discussione sulla proposta di legge per l'introduzione della doppia preferenza di genere

Redazione Web

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Sarebbe stata un'azione dimostrativa legata alla discussione sulla proposta di legge per l'introduzione della doppia preferenza di genere, oggi protagonista nel corso dei lavori del Consiglio Regionale della Calabria, quella portata avanti da un paio di giovani che a volto coperto hanno depositato un manichino di donna senza testa sulle scale della sede regionale di Reggio Calabria, gettando poi della vernice rosso sangue accanto allo stesso.
Sul posto gli agenti della Digos che hanno avviato le indagini. Un'azione fulminea che non ha dato il tempo alle guardie giurate in servizio all'ingresso del palazzo di intervenire. Nessuna traccia, al momento, dei due responsabili, molto probabilmente un uomo e una donna secondo le indicazioni fornite dagli addetti alla vigilanza in servizio nell'edificio. Intanto su un post su Facebook il coordinamento delle FEM.IN Cosentine in lotta "rivendica" l'azione. Ecco il testo del messaggio. "Consiglio regionale della Calabria. Oggi la discussione della proposta di legge sulla doppia preferenza di genere torna nel consiglio regionale calabrese, il quale si distingue per registrare la presenza di una donna soltanto. La vera discussione, quella che si protrae da anni, si articola in maniera sempre più esplicita nella direzione della campagna elettorale. Il dibattito è viziato dagli interessi partitici e personali dei consiglieri, i quali conferiscono a questa legge un significato strumentale al mantenimento dei loro ruoli di potere e di controllo. Si perde così, tra un commento sessista e l'altro, l'urgenza di quella che dovrebbe essere una discussione sulle cause dell'evidente disparità di genere in Calabria. Il problema sicuramente non si riflette solamente sul numero di cariche pubbliche affidate alle donne: il sistema patriarcale, determina l'oppressione e la discriminazione di genere in ogni ambito sociale e culturale. Questa è la violenza di genere perpetrata dalle istituzioni, la stessa violenza che ci incatena e ci uccide. Per questo motivo oggi abbiamo deciso di lasciare un chiaro segno della nostra rabbia davanti alla sede del Consiglio Regionale. Sul manichino, simbolo di ogni donna, grava il peso della politica misogina che caratterizza le nostre istituzioni e della violenza istituzionale che porta a ridurre i temi di genere a mera campagna elettorale. Noi donne pretendiamo che si discuta seriamente e aldilà di giochetti politici e conflitti strumentali delle questioni di genere che affliggono la nostra regione".

Nel pomeriggio il Consiglio regionale ha respinto i quattro articoli della proposta 31/10 sulla promozione della parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive regionali, non raggiungendo la maggioranza assoluta dei voti: su 29 consiglieri presenti, 15 hanno votato favorevolmente, 13 si sono astenuti, mentre uno è stato il voto contrario.

Sul voto è intervenuto il presidente della Regione Mario Oliverio: "Oggi si sta scrivendo una pagina negativa per il Consiglio regionale. Si sta scrivendo una pagina negativa perché si rappresenta la Calabria per quello che non è, ovvero una regione arretrata, non al passo con i cambiamenti che a livello nazionale ed europeo sono già in atto. Io non vi nego che tutto ciò mi crea tristezza e questo lo dico al di là delle appartenenze perché la volta scorsa è stata rinviata la seduta ed è stata accolta una proposta di rinvio venuta dai banchi dell'opposizione, sulla base di un impegno. Oltre un mese fa è avvenuto tutto ciò".

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