Avvenire di Calabria

Nei giorni scorsi in occasione dei 30 anni della fondazione, il Movimento educativo di Azione Cattolica ha svolto il suo decimo congresso nazionale

Il Mieac rinnova il suo impegno e visita il Papa

Francesco ai delegati: «Siate formatori per vocazione»

di Fortunato Mangiola

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Il Mieac rinnova il suo impegno e visita il Papa. In occasione dei 30 anni dalla fondazione, il Movimento di impegno educativo di Azione cattolica ha svolto in presenza il suo decimo Congresso nazionale, i cui lavori si sono svolti dal 29 al 31 ottobre scorsi. I lavori si sono svolti a Roma, a Casa Betania. Una graditissima sorpresa ha accolto i delegati al loro arrivo nella Capitale. Essere ricevuti in udienza da papa Francesco.


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Nel pomeriggio di venerdì, 29 ottobre, le porte del Vaticano si sono aperte e i congressisti, di cui una geracese e tre reggini per la Calabria, hanno vissuto un’esperienza unica. L’incontro è stato meraviglioso, emozionante e gratificante, come l’essersi trovati a stretto contatto col Santo. Le ragioni, la storia, le finalità, la religiosità, le attività e le pubblicazioni del Movimento sono state presentate al Pontefice, il quale ha mostrato apprezzamento, incoraggiando a proseguire sulla strada intrapresa.

Papa Francesco ai delegati Mieac: «Siate formatori per vocazione»

Nel suo intervento a braccio, Francesco ha sottolineato l’importanza del tema educazione: «fondamentale – ha detto – per migliorare la società e centrale nel dialogo con il mondo». «Capacità di ascolto e di dialogo – ha proseguito il Pontefice – sono qualità indispensabili ad educatore. Insieme alla gioia e all’ottimismo, devono caratterizzare il modo di essere di chi svolge compiti educativi o formativi ed è perciò proiettato sulle esigenze degli altri».

Francesco, ha concluso il suo intervento, ricordando la sua sollecitazione a firmare un patto educativo globale, «volto a generare un cambiamento su scala planetaria, affinché l’educazione sia creatrice di fraternità, pace e giustizia». Il dono di un santo rosario e la benedizione hanno coronato questo incontro davvero speciale. Al rientro a Casa Betania si sono insediati gli Organismi congressuali ed è stato presentato il Documento programmatico. Il secondo giorno è stato caratterizzato da un’ampia discussione con interventi qualificati.

I lavori del congresso: le nuove sfide educative

Tanti i temi trattati, dalla pandemia alla sindrome dei sopravvissuti, al tema della fragilità, fino alla rottura del patto educativo, tanto per citarne alcuni. «Forte della sua esperienza trentennale, il Mieac per il prossimo triennio propone ai soci e ai simpatizzanti un cammino diviso in tre tappe», è stato ricordato ancora durante i lavori, chiamando a raccolta «quanti hanno a cuore l’educazione e la formazione delle giovani generazioni». Si tratta di un impegno non soltanto “per”, ma soprattutto “con” esse. L’intento ultimo sarebbe quello di costruire quella “civiltà dell’amore”, tante volte invocata da San Paolo VI.

Il percorso proposto per il 2021 - 2022 non volge lo sguardo al passato, ma «guarda oltre» al presente e al periodo segnato dalla pandemia, nel tentativo di superare l’attuale clima di pesante incertezza, sfiducia e paura. Il secondo momento si baserà sul concetto di incontro e di confronto: «Camminare insieme, aprendosi all’ascolto e incentivando il dialogo». Il terzo anno propone, sulla strada indicata da papa Francesco, di educare a custodire il creato, salvaguardandone la bellezza, rispettando ogni creatura di Dio, «prendendosi cura con amore di ogni persona, stare vicino ai deboli e agli ultimi».

Essere educatori e formatori nel proprio territorio

Nel corso del Congresso del Mieac, inoltre, è stato assunto l’impegno ad affrontare accanto alle tematiche mondiali, le problematiche particolari del proprio territorio. «Ciascuno nelle proprie comunità – l’invito – si impegni a realizzare alleanze che aiutino a “vedere giudicare ed agire” per ricercare il bene comune». Il Congresso ha eletto i componenti della Consulta, che ha provveduto alla designazione del presidente nazionale, il cui nome sarà presentato alla Cei.


PER APPROFONDIRE: Catechisti, non prof. È svolta educativa


Infine, nelle Catacombe di Domitilla, sulle orme degli oltre cinquecento padri conciliari che proprio qui sottoscrissero il “Patto delle Catacombe” a conclusione del Concilio Vaticano II, il Mieac ha rinnovato a trent’anni dalla nascita, l’impegno a mettersi a servizio dell’educazione e a dare il massimo sostegno al Patto educativo globale, tanto caro a papa Francesco.

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