
Accoglienza, «Il modello Riace non era criminale»
Importante sentenza in appello nel processo che vedeva alla sbarra l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano e il “suo” modello d’accoglienza. La procura generale aveva chiesto 10 anni di reclusione.
Il prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, ha confermato il provvedimento di sospensione dalla carica del sindaco di Riace, Domenico Lucano. La decisione arriva a seguito dell’ordinanza del Tribunale del Riesame che, revocando gli arresti domiciliari per il primo cittadino, ha emesso un provvedimento di divieto di dimora nella cittadina calabrese.
Lucano, lo ricordiamo, era stato arrestato il 2 ottobre scorso con le accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e di aver affidato direttamente il servizio di raccolta rifiuti ad alcune cooperative.
All'indomani dell'arresto era stato messo un provvedimento di sospensione dalle funzioni confermato ora con un nuovo provvedimento dal prefetto. Da ieri, il sindaco è tornato in libertà, ma ha dovuto lasciare il paese, trascorrendo la notte in un'abitazione della vicina Caulonia.
Importante sentenza in appello nel processo che vedeva alla sbarra l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano e il “suo” modello d’accoglienza. La procura generale aveva chiesto 10 anni di reclusione.
Era il 16 agosto del 1972 quando al largo delle coste di Riace, in Calabria, dopo una segnalazione del sub Stefano Mariottini, i carabinieri riportavano alla luce due statue uniche al mondo, i Bronzi di Riace.
Domani il capo del Viminale sarà in Prefettura per un incontro istituzionale sul tema dell’emergenza sbarchi. Nel 2022 sono già cinquemila i migranti arrivati sulle coste calabresi.