Avvenire di Calabria

Oggi alle 18.30 la tradizionale processione della Sacra Effigie per le vie del quartiere a sud di Reggio Calabria

Il rione Modena in festa per Maria, una devozione antica

Tra i pellegrini illustri della Vergine c'è l'arcivescovo D'Afflitto al cui nome è legato il culto per la Madonna

di Redazione Web

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La comunità parrocchiale di San Pio X si stringe oggi attorno a Maria: è, infatti, il giorno della solennità della Madonna di Modena. Come tradizione, la venerata Effigie della Vergine sarà portata in processione per le vie del quartiere a sud della città di Reggio Calabria.

Oltre alle celebrazioni eucaristiche delle 6.30, 8 e 11 e, al pomeriggio, delle 16.30, presso il Santuario di Modena, è prevista l’uscita della venerata Effigie della Vergine alle 18.30. Ad accompagnare il rientro, i giochi pirotecnici. La festa è stata preceduta ieri dal tradizionale pellegrinaggio della Confraternita e dei portatori della vara.

Madonna di Modena, l'origine del culto

Il culto della Madonna di Modena è antichissimo e ha sempre attirato migliaia di devoti Si racconta che, in passato, arrivavano pellegrini anche dalla Sicilia – i quali giungevano a piedi nudi al santuario per pregare la Vergine Maria. Erano i cosiddetti ‘viaggi’, nome che ancora oggi è utilizzato per il novenario che precede il giorno della festa, la prima domenica di maggio. Sono iniziati venerdì 28 aprile i pellegrinaggi al santuario (detti “Viaggi morina”) e si concludono con la festa solenne nella giornata di oggi.

L'effigie della Madonna di Modena in processione

Il senso del peregrinare dei fedeli, la ricerca e la preghiera a Maria divengono dono e offerta. Nel cuore di tanta gente si ravviva di anno in anno l’attesa e la speranza di chi aspetta grazie dalla Vergine Santissima. Risale ai secoli passati la devozione mariana alla Vergine di Modena e tanti sono gli scritti che ne danno testimonianza. Da non dimenticare che il santuario dedicato alla Vergine Maria è il più antico dell’arcidiocesi di Reggio–Bova. La data più sicura si può stabilire al tempo in cui l’arcivescovo di Reggio–Bova, monsignor Annibale D’Afflitto occupò la cattedra di Santo Stefano dal 1593 al 1638.

I «Viaggi i Morina» e la devozione del vescovo D'Afflitto

Quelli che anche attualmente vengono definiti «I Viaggi i Morina» hanno un precedente illustre proprio nella vita del vescovo che alla Madonna di Modena (all’epoca, non esisteva infatti, la devozione alla Madonna della Consolazione) faceva abitualmente ricorso per cercare aiuto per i suoi figli e forza per il suo ministero pastorale al fine di assistere le anime in tempi veramente travagliati e calamitosi, soprattutto per le incursioni dei turchi.


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I biografi di monsignor D’Afflitto – Foti e Minasi – ricordano nei loro scritti tanti episodi del santo prelato che era solito recarsi, a piedi scalzi, al santuario di Modena per implorare l’aiuto della Vergine. Uno storico del tempo, un tale Russo, con acuta fermezza e profonda chiarezza scrive: «A ravvivare la devozione alla Madonna di Modena fu precisamente l’arcivescovo Annibale D’Afflitto il quale soleva recarsi frequentemente a pregarvi ed impetrarvi la materna protezione di Maria».

Il miracolo della pioggia

Famoso rimane il miracolo della pioggia che il santo vescovo chiese alla Vergine in periodo di forte e prolungata siccità. Si racconta che «un tale Gavino Serra, sarto, che abitava vicino a “Porta San Filippo”, standosene seduto di buon mattino alla finestra, vide il prelato avviarsi a piedi scalzi verso la Porta. Scese in gran fretta e, accostatoglisi, chiese dove andasse così presto».

Il vescovo D’Afflitto si fermò a dialogare con il sarto, buon uomo e rispose che stava andando «alla Madonna di Modena». La porta del Santuario risultava essere chiusa, eppure D’Afflitto non si fermò e proseguì il suo itinerario. «Ed ecco che avvicinatisi alla porta questa fu trovata aperta» si legge nella biografia del presule Annibale D’Afflitto.

Il quadro che raffigura la preghiera di D'Afflitto e il miracolo della pioggia

«Stordì il Gavino – scrive il biografo – e non ebbe ardire di parlare, ma in silenzio lo seguitò e giunti alla chiesetta della Madonna, trovarono anche la porta aperta, dove entrati, dopo lunga orazione accompagnata da frequenti picchiate di petto, tornarono alla città sull’alba». «Spero che la Madonna Santissima – disse il vescovo – ci darà la pioggia desiderata, ma voi tacete».

E così fu, perché quel medesimo giorno cominciò la pioggia desiderata e durò per tre continui giorni. Riporta fedelmente la “Cronaca Zappia – Catizzone”: «In detto anno 1562 per necessità di acqua si fece una processione alla Madonna di Modena e la notte incominciò a piovere».

La storia dei pellegrinaggi per la Madonna di Modena

Sempre a proposito dei pellegrinaggi, altri storici – Geraci e Croce – autori di una «Guida di Reggio e dintorni», così si esprimono: «I fedeli vi si recano a piedi, pregando tacitamente e, nel ritornare alle loro case sono ancora commossi per la visita alla cara Madonna cui avevano aperto le ambasce e avevano espresso speranze».


PER APPROFONDIRE: La comunità di Modena ricorda Nino Ielo


Una devozione che rimane viva non solo nel quartiere “Modena” a sud di Reggio, ma nell’animo dei fedeli che ogni anno provengono da tutta la diocesi.

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