Avvenire di Calabria

Il tempo di Pasqua in parrocchia, i sacramenti protagonisti

Tutti i sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, penitenza, confermazione, eucaristia) non possono non trovare tempo e spazio migliore

di Giacomo D'Anna

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Particolare rilevanza assume in questo tempo liturgico, anche la celebrazione della prima partecipazione all’Eucaristia da parte dei bambini

Da sempre la Chiesa considera la celebrazione del mistero pasquale il cuore di tutto l’anno liturgico e l’elemento fondante di tutta la vita cristiana. Da qui l’inscindibile legame tra la Pasqua del Signore e celebrazione di sacramenti. Tutti i riti solenni, che vanno dalla veglia pasquale fino alla Pentecoste, sono da considerarsi davvero un tempo di grazia, e indubbiamente l’intera cinquantina pasquale è un dono meraviglioso della Trinità santa alla Chiesa, che da ogni angolo della terra, «canta la Gloria del suo Signore, Vivente e Risorto».



È bello poi in questo anno giubilare, che stiamo vivendo con gioia, per ricordare i 2025 anni dall’incarnazione di Cristo, ripensare la Pasqua come la ragione vera della nostra speranza e rintracciarne i suoi segni concreti nella celebrazione dei sacramenti. Affermare che la Pasqua di Cristo è l’origine della nostra speranza, permette di ricentrare le nostre esistenze, di ricondurre l’umanità, sempre alla ricerca di fonti di nuove aspettative, al significato vero della stessa esistenza cristiana, che considera certa la propria speranza, per il fatto che essa si fonda appunto sulla più grande verità di fede: «Cristo ha vinto la morte», e con essa ogni forma di negatività, per dare al mondo la vera libertà.

Sebbene sia possibile celebrare i sacramenti in ogni tempo liturgico, è utile ricordare che è proprio il tempo pasquale ad aver il primato in questo. In particolare, ogni comunità parrocchiale sa che dalla Pasqua scaturisce quella che la teologia liturgica chiama “virtus sacramenti”, ossia quella forza/potere dello Spirito Santo, indispensabile per attuare il memoriale delle morte e risurrezione del Signore e godere della presenza del Risorto in mezzo a noi. Tutti i sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, penitenza, confermazione, eucaristia) non possono non trovare tempo e spazio migliore di quello del periodo pasquale.

La comunità parrocchiale già dalla veglia pasquale accoglie tutti i catecumeni che vengono rigenerati a vita nuova, con il lavacro battesimale e approfitta di questo tempo per incoraggiare i genitori che ancora non l’hanno fatto, a donare ai propri i figli, dopo quello della vita, il dono più bello, la fede in Cristo. Particolare rilevanza assume in questo tempo liturgico, anche la celebrazione della prima partecipazione all’Eucaristia da parte dei bambini. La Pentecoste, che rappresenta la chiusura solenne e trionfale della santa Pasqua, nella quale gli apostoli stessi ricevettero lo Spirito di Dio, dovrebbe essere il giorno per eccellenza nel quale conferire il sacramento della confermazione, il sacramento che rende forti e adulti nella fede, e il sacramento della riconciliazione, nella quale lo stesso Spirito concede la remissione di tutti i peccati.


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Come vanno ripentendo i più noti liturgici, il tempo pasquale è da considerare come una «grande domenica annuale», che celebra il mistero della Pasqua e della Pentecoste. Saper leggere coniugare tempo pasquale e vita sacramentale, non potrà non aiutare ogni comunità parrocchiale nel suo impegno pastorale di far crescere in tutti i fedeli la consapevolezza che la “domenica è il giorno del Signore”, che la domenica è la nostra Pasqua settimanale, senza la quale «vivere non possumus».

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