32 anni fa la nascita al cielo di monsignor Ferro, il «vescovo santo»
Oggi alle 18, nella Basilica Cattedrale di Reggio Calabria, monsignor Umberto Giovanni Latella presiederà una messa in suffragio
Si rinnova l'impegno internazionale della Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova, i cui rappresentanti - il direttore, don Nino Pangallo, il segretario, Alfonso Canale e don Nino Russo - sono in terra ellenica per proseguire il gemellaggio con la Caritas greca. Un impegno che quest'anno sarà immortalato dalle immagini di Sergio Canelles, giornalista di TV2000 che racconterà con interviste e documentari il gemellaggio, in tutte le sue forme, con la diocesi di Atene e Tinos.
Ma quali sono le fonti di crisi in Grecia? Principalmente due: il fenomeno dei “profughi” (migranti, richiedenti asilo e rifugiati) e la crisi economica sociale. In questo contesto Caritas Italiana, e in particolare la Caritas reggina, rimangono impegnati su entrambi i fronti, con un coinvolgimento maggiore sulla crisi economico-sociale. In questi giorni la delegazione della Caritas di Reggio Calabria è ad Atene per predisporre i possibili percorsi pastorali in presenza e accompagnamento delle Caritas diocesane greche. Il primo momento nello spirito di unità, si è tenuto presso la Chiesa Armena di Atene, alla presenza del Nunzio, monsignor Savio Hon, la celebrazione liturgica ecumenica con tutti i rappresentanti delle chiese cristiane.
Il secondo giorno, vissuto oggi, ha registrato l'incontro di verifica e programmazione col vescovo di Atene, monsignor Sevastionos Rossolatos e padre Ioannis Patsis, direttore della Caritas diocesana della capitale ellenica. Questo momento si è focalizzato prioritariamento sulla promozione dei Centri d'Ascolto. Infatti, nonostante la notevole riduzione, rispetto al 2015, del numero di migranti arrivati in Grecia (861.630 persone nel 2015), il flusso non accenna ad arrestarsi. Al contrario, rispetto al picco negativo segnalato nel 2017 (“solo” 36.310 arrivi totali), dal 2018 si assiste ad un nuovo trend positivo (+45%, pari a circa 50.500 ingressi nel 2018, di cui 32.500 via mare e 18.000 via terra). Durante il 2018, la Grecia e la Spagna si sono contese il ruolo di principale punto di ingresso dei migranti in Europa, ruolo che all’inizio del 2019 ricade sulla Grecia (2.650 arrivi totali a gennaio 2019 rispetto ai 2.150 di gennaio 2018). La ragione risiede nel cambiamento delle politiche migratorie in Italia (80% di arrivi in meno rispetto al 2017), il perdurare di situazioni di conflitto in Medio Oriente e l’apertura di nuovi passaggi lungo la rotta balcanica (nel 2018 un sempre maggior numero di rifugiati e migranti in viaggio attraverso i Balcani, principalmente dalla Grecia e dalla Bulgaria, ha cercato di entrare in altri Stati membri dell’Ue passando attraverso la Bosnia-Erzegovina e la Serbia. La maggior parte delle persone segnalate proveniva da Pakistan, Iran, Iraq, Afghanistan e Siria, e comprendeva persone che avevano viaggiato verso nord dalla Grecia attraversando l’Albania e il Montenegro). Si prevede dunque che, per il 2020, i flussi migratori provenienti dalla Turchia verso la Grecia rimarranno invariati, sia via mare che lungo le frontiera terrestre segnata dal fiume Evros.
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Dall’Hospice all’Emporio Caritas, il presule ha avuto l’opportunità di toccare con mano diverse realtà che operano al servizio del prossimo. Proficuo il confronto con giovani e amministratori.
Il convegno sulla figura e l’insegnamento del priore di Barbiana sarà ospitato nell’aula magna dell’istituto teologico arcivescovile della città dello Stretto.