Avvenire di Calabria

Si rinnova l'impegno internazionale della Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova

La Caritas reggina in Grecia: la testimonianza in diretta [FOTO]

Redazione Web

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Si rinnova l'impegno internazionale della Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova, i cui rappresentanti - il direttore, don Nino Pangallo, il segretario, Alfonso Canale e don Nino Russo - sono in terra ellenica per proseguire il gemellaggio con la Caritas greca. Un impegno che quest'anno sarà immortalato dalle immagini di Sergio Canelles, giornalista di TV2000 che racconterà con interviste e documentari il gemellaggio, in tutte le sue forme, con la diocesi di Atene e Tinos.

Ma quali sono le fonti di crisi in Grecia? Principalmente due: il fenomeno dei “profughi” (migranti, richiedenti asilo e rifugiati) e la crisi economica sociale. In questo contesto Caritas Italiana, e in particolare la Caritas reggina, rimangono impegnati su entrambi i fronti, con un coinvolgimento maggiore sulla crisi economico-sociale. In questi giorni la delegazione della Caritas di Reggio Calabria è ad Atene per predisporre i possibili percorsi pastorali in presenza e accompagnamento delle Caritas diocesane greche. Il primo momento nello spirito di unità, si è tenuto presso la Chiesa Armena di Atene, alla presenza del Nunzio, monsignor Savio Hon, la celebrazione liturgica ecumenica con tutti i rappresentanti delle chiese cristiane.

Il secondo giorno, vissuto oggi, ha registrato l'incontro di verifica e programmazione col vescovo di Atene, monsignor Sevastionos Rossolatos e padre Ioannis Patsis, direttore della Caritas diocesana della capitale ellenica. Questo momento si è focalizzato prioritariamento sulla promozione dei Centri d'Ascolto. Infatti, nonostante la notevole riduzione, rispetto al 2015, del numero di migranti arrivati in Grecia (861.630 persone nel 2015), il flusso non accenna ad arrestarsi. Al contrario, rispetto al picco negativo segnalato nel 2017 (“solo” 36.310 arrivi totali), dal 2018 si assiste ad un nuovo trend positivo (+45%, pari a circa 50.500 ingressi nel 2018, di cui 32.500 via mare e 18.000 via terra). Durante il 2018, la Grecia e la Spagna si sono contese il ruolo di principale punto di ingresso dei migranti in Europa, ruolo che all’inizio del 2019 ricade sulla Grecia (2.650 arrivi totali a gennaio 2019 rispetto ai 2.150 di gennaio 2018). La ragione risiede nel cambiamento delle politiche migratorie in Italia (80% di arrivi in meno rispetto al 2017), il perdurare di situazioni di conflitto in Medio Oriente e l’apertura di nuovi passaggi lungo la rotta balcanica (nel 2018 un sempre maggior numero di rifugiati e migranti in viaggio attraverso i Balcani, principalmente dalla Grecia e dalla Bulgaria, ha cercato di entrare in altri Stati membri dell’Ue passando attraverso la Bosnia-Erzegovina e la Serbia. La maggior parte delle persone segnalate proveniva da Pakistan, Iran, Iraq, Afghanistan e Siria, e comprendeva persone che avevano viaggiato verso nord dalla Grecia attraversando l’Albania e il Montenegro). Si prevede dunque che, per il 2020, i flussi migratori provenienti dalla Turchia verso la Grecia rimarranno invariati, sia via mare che lungo le frontiera terrestre segnata dal fiume Evros.

Secondo l’UNHCR, nel 2019 ben 7.395 persone sono entrate in Grecia (4.866 via mare e 2.529 via terra). Le nazionalità principali comprendono: Afghanistan, Iraq, Palestina, Siria. Le isole dell’Egeo settentrionale continuano a costituire il primo punto di sbarco per migliaia di persone. A tre anni dall’accordo Ue-Turchia del marzo 2016, che stabiliva la creazione degli hotspot (i centri di identificazione e riconoscimento) nelle isole del nord Egeo, la situazione è progressivamente peggiorata, a causa delle catastrofiche condizioni di accoglienza che i migranti affrontano nelle strutture governative: bassissimi livelli igienico-sanitari, problemi di salute fisica e mentale, esposizione alle basse temperature, scarso livello di sicurezza e frequenti tensioni e violenze sia tra i profughi che tra questi e la popolazione locale. In totale, le isole ospitano attualmente (dicembre 2019) circa 20.000 persone, mentre la loro capienza, fra hotspot e altri servizi, non arriva a 6.500.

Nei prossimi giorni, in base al programma predisposto, ci saranno altri incontri di programmazione con monsignor Manuel Nin i Guell, esarca bizantino, Maria Alverti, direttrice nazionale di Caritas Hellas. Infine si terrà una breve visita sull’Isola di Tinos.

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