Avvenire di Calabria

Il 28 settembre 2018, Reggio Calabria, insieme a Roma e Milano, ha ospitato la Giornata Nazionale dello Sport paralimpico

La diocesi in campo col Comitato paralimpico in riva allo Stretto

Antonio Rinaldo

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Il 28 settembre 2018, Reggio Calabria, insieme a Roma e Milano, ha ospitato la Giornata Nazionale dello Sport paralimpico.

A partire dalle 9.30 il Lungomare “Falcomatà” ha visto una consistente presenza di atleti, enti di promozione sportiva, associazioni che hanno animato la piazza con esibizioni di diverse discipline. L'evento è stato curato dal Comitato Italiano Paralimpico Regionale della Calabria guidato dal pres. Antonio Scagliola, il quale ha coinvolto tantissime realtà sportive del territorio e ha fortemente voluto la partecipazione della Curia attraverso l’invito all'Ufficio Pastorale del Tempo Libero Turismo e Sport della Diocesi Reggio-Bova, con il quale il Cip ha già intrapreso una collaborazione che lo vedrà impegnato nel corso per operatori per attività motoria in Parrocchia.

L'occasione, così ampiamente calata nel mondo dello Sport e delle sue svariate sfaccettature, è stata proficua per dare adeguato risalto all'Ufficio stesso, alle sue proposte ed attività tramite la pubblicazione di brochure informative.

Inoltre, si ha avuto modo di riflettere, stando a quanto affermato nel documento sulla visione cristiana dello sport e della persona “Dare il meglio di sé”, “come lo sport possa essere una grande opportunità di inclusione e di quanto sia in grado di dare senso alla vita e di essere segno di speranza”. “Indipendentemente dal fatto che lo sport sia praticato da bambini, anziani o persone con disabilità, esso porta gioia a tutti coloro che lo esercitano liberamente”.

Nello stesso documento si evince che “lo sport porta con sé dei valori preziosi per la persona”, essendo caratterizzato da un “potenziale umanizzante” e invita chiunque avesse il desiderio di praticarlo di non esitare: “questo vale in particolare per le persone povere o i bambini disagiati, le persone con disabilità fisica o mentale, le persone senza dimora o i rifugiati”.

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