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È stata una festa ricca di partecipazione, storia e tradizioni la seconda edizione dell’evento “Ο Άγιος Δημήτριος - San Demetrio” tenutosi a Mosorrofa lo scorso 22 ottobre e organizzato dal Circolo Studi Vallata del Sant’Agata e dall’Associazione Culturale Attivamente, con il patrocinio della Parrocchia di San Demetrio in Mosorrofa e del comune di Reggio Calabria.
Una rievocazione storica in costumi settecenteschi che è servita a trasmettere e valorizzare gli aspetti storici, religiosi e civili legati al culto di San Demetrio a Mosorrofa e alle leggende fiorite attorno alla sua figura. Partendo da un quadro storico ben preciso, la peste che nel 1743 colpì le città di Reggio e Messina causando decine di migliaia di morti, un centinaio di figuranti hanno rievocato la leggenda dell’apparizione di San Demetrio, patrono di Mosorrofa, che ha scacciato la “Peste”, giunta in paese sotto forma di vecchia untrice.
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Come ha spiegato il professor Orlando Sorgonà a chiosa dell’evento, dagli studi effettuati dallo stesso non risulterebbe alcuna annotazione di morte riferita a cittadini di Mosorrofa e legata all’epidemia di peste. Sorte non altrettanto lieta per i vicini abitanti di Cataforio dove l’epidemia ha causato diverse vittime.
Per esprimere la propria gratitudine al santo per la grazia ricevuta, i figuranti hanno intonato canti di ringraziamento in dialetto mosorrofano e in greco e hanno inscenato un corteo che si è snodato lungo le vie più antiche di Mosorrofa e che ha visto sfilare una processione introdotta dai suonatori di tamburi e guidata dal governatore dell’antica e gloriosa città di Sant’Agata, di cui Mosorrofa era casale.
Si sono viste le autorità accompagnate e protette dalle milizie settecentesche, i sindaci locali, il vescovo, i prelati membri della Comunia sant’agatina, e la confraternita settecentesca di San Demetrio che ha trasportato la vara del santo, ricostruita per l’occasione. Si sono susseguite poi le famiglie dei Melacrino, dei Sarlo, dei Borruto e dei Federico, nobili di Sant’Agata nei loro sfarzosi vestiti e con tanto di stendardi del casato di appartenenza. E poi la parte più genuinamente popolare rappresentata dalla gente comune che ha accompagnato la vara in processione a testimonianza di una fede sentita, viva e scandita dal lento pianto delle “pie donne” segno di un trasporto particolare per il martirio del santo.
Il tutto si è concluso in Piazza Chiesa, dove il governatore di Sant’Agata ha pronunciato il discorso finale di ringraziamento al santo e dove il “vescovo” ha intonato la sua benedizione al popolo di Mosorrofa.
Grande è stata la partecipazione all’evento, con la presenza in tutto il paese di una folla di persone giunte per l’occasione da diverse zone della città per ammirare il fascino dei luoghi e la bellezza e accuratezza della rievocazione.
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Lo stimolo principale all’organizzazione di eventi del genere viene dalla volontà di far rivivere e perpetuare, oltre alla storia, le tradizioni e i costumi della nostra terra. È in quest’ottica che il giorno prima della rievocazione un gruppo ristretto di figuranti ha fatto visita alle scuole del territorio, trasmettendo a bambini e ragazzi le notizie storiche e spiegando gli aspetti più significativi delle tradizioni mosorrofane e del culto di San Demetrio. Il tutto con l’obiettivo di creare una continuità caratterizzata dalla conoscenza e dall’amore per la propria terra e per i suoi aspetti più significativi. Perché conoscere la propria storia è la premessa fondante per capire cosa siamo stati e per essere il meglio di ciò potremmo.
Foto: Demetrio Bruno
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Sono stati giorni anche di scambio di conoscenza ed esperienza sul campo per i presenti
Ad illustrarlo il commissario della Fondazione Anton Giulio Grande e il direttore Luciano Vigna La