Avvenire di Calabria

Un recente libro della giornalista francese Bènèdicte Lutaud propone le biografie di donne che hanno supportato i pontefici

“Le donne dei papi”, le presenze femminili nella storia della Chiesa

Raffinate, scaltre diplomatiche, confidenti e fedeli consigliere dei Papi, al di là dei loro ruoli effettivi, delle loro presenze silenziose ma insostituibili

di Mimmo Nunnari

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Quanta importanza e influenza hanno avuto le donne (religiose o laiche) al fianco dei pontefici e per la storia della Chiesa? Molta, e più di quanto si possa immaginare, perché sono state, spesso, donne eccezionali. Raffinate, scaltre diplomatiche, confidenti e fedeli consigliere dei Papi, al di là dei loro ruoli effettivi, delle loro presenze silenziose ma insostituibili.

Alcune di loro le racconta Bènèdicte Lutaud, giornalista francese, specializzata in questioni vaticane e storia della Chiesa cattolica, nel libro, sorprendente e pieno di curiosità, “Le donne dei Papi” (Guerini e Associati editore, pagine 273, euro 22).


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Il libro, arriva durante un pontificato, come quello di Papa Francesco, molto attento alla questione femminile: «Dobbiamo promuovere l’integrazione delle donne nei luoghi in cui si prendono decisioni importanti», ha detto Bergoglio.

Storie di donne che hanno fatto la storia della Chiesa

Sono cinque, le storie raccontate: da Hermine Speier, monsignorina, come veniva chiamata dalla Curia, prima donna assunta in Vaticano al tempo di Pio XI - ebrea, poi convertita al cattolicesimo - che riposa nel camposanto teutonico, dentro la Città del Vaticano, a Pascalina Lehnert, monaca bavarese, segretaria di Pio XII, da Wanda Poltawska, polacca, amica di Giovanni Paolo II sopravvissuta ai campi di sterminio, a madre Tekla Paviglietti che contribuì alla storica riconciliazione tra Cuba e la Santa Sede, a Lucetta Scaraffia, a lungo voce femminile e femminista dell’Osservatore Romano. L’autrice, nella premessa del libro, sottolinea la “rivoluzione” femminile di papa Francesco, con i suoi discorsi e le riforme a favore di una migliore visibilità delle donne, anche all’interno del Vaticano.

Mette in risalto, Lutaud, in particolare, la decisione del papa di elevare a “festa” liturgica la “memoria obbligatoria” di santa Maria Maddalena: un rango - fino ad allora riservato agli apostoli - che pone la prima testimone della risurrezione di Cristo nella parte di «apostola degli apostoli», come si spiega nel decreto vaticano. Sono belle biografie che attraversano periodi storici vari e hanno sullo sfondo le relazioni internazionali che legano la Chiesa al resto del mondo.

Suor Pascalina Lehnert, per papa Pacelli autentica figura materna

Sono donne che hanno lavorato dietro le quinte, discrete, invisibili (non tutte). Ognuna di loro, come dice l’autrice del libro, è un romanzo a sé stante. Senza di loro, i papi probabilmente non avrebbero mai preso certe decisioni, né scritto molti dei loro più grandi testi. La biografia più corposa Lutaud la dedica a suor Pascalina Lehnert, di nazionalità tedesca, che aveva conosciuto l’imponente nunzio apostolico Eugenio Pacelli in Germania, diventando poi governante e segretaria quando lui era tornato a Roma.

Per ventun anni suor Pascalina è una vera a propria figura materna, per il vescovo e poi cardinale romano che diventerà Papa, assumendo il nome di Pio XII, anche se per via dell’età la suora tedesca avrebbe potuto essere figlia di Pacelli. Per via della sua formazione come infermiera fu anche quello per il Papa. Un po’ alla volta, il pontefice affida sempre più compiti alla sua governante e Pascalina che, dotata di temperamento forte, prende le redini dello staff del Papa: organizza l’agenda, lo tiene informato in merito appuntamenti. Quando scoppia la guerra suor Pascalina Lehnert non ebbe esitazioni a schierarsi contro la Germania (che era la sua patria) di Hitler.


PER APPROFONDIRE: Donne e Chiesa, Lucia Vantini: «Serve più ascolto»


Un giorno si mise al volante di un camion per portare dei viveri presso un convento dove erano tenuti nascosti oltre duecento profughi ebrei. La “Papessa” dopo la morte di Pio XII si ritirò in un convento di suore a Roma. Adesso la sua tomba è nel cimitero germanico del vaticano. Su una lastra di marmo annerita dal tempo compare un’iscrizione in tedesco: «Qui, le suore della Santa Croce di Menzingen aspettano la resurrezione di suor Pascalina Lehnert – 29 agosto 1884 – 13 novembre 1885».

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