La scelta di Villa Falco: «Nessuno rimane indietro»
A Melito Porto Salvo da quarant’anni opera la Casa famiglia della Piccola Opera “Villa Falco”. Voluta da don Italo Calabrò, ancor oggi porta avanti il suo desiderio del «nessuno escluso mai».
“1978 - 2018 - La Chiusura del Manicomio di Reggio Calabria - A 40 anni dalla Legge Basaglia” – è il convegno promosso dall’ Università Internazionale “Dante Alighieri” di Reggio Calabria in collaborazione con l’Ordine professionale degli Assistenti sociali della Calabria, la SOSTOSS e l’AssNAS gruppo prov.le RC.
Il comitato organizzatore dell’evento - costituito dalla prof.ssa Rita Cutini, docente di sociologia generale della UniDA, e dalla dott.ssa Francesca Mallamaci, consigliera dell’Ordine degli Assistenti sociali della Calabria e componente dell’AssNAS gruppo prov.le RC - ha voluto intraprendere un viaggio nella memoria, in un intreccio tra passato e presente. Dalla legge manicomiale del 1904, con la vecchia concezione, per cui l'ospedale psichiatrico era visto come uno strumento per mantenere l'ordine pubblico e tutelare la moralità, attraverso la segregazione dei soggetti ritenuti e definiti "pericolosi", alla chiusura dei manicomi, con la 180 del 1978, cd legge Basaglia. Legge in grado di scardinare i vecchi paradigmi, effettuando un taglio netto con le metodologie violente e repressive, che annientavano la dignità eliminando ogni possibilità di recupero e reinserimento sociale, in un totale cambio di prospettiva: da quel momento in poi, punto di partenza e punto di arrivo, la persona.
Apertura, la parola chiave, perché - diceva Basaglia - “Aprire l'Istituzione non è aprire una porta, ma la nostra testa di fronte a "questo" malato”.
A Reggio Calabria fu don Italo Calabrò, insieme ad un gruppo di giovanissimi volontari, a rappresentare l’esempio tangibile dello spirito rivoluzionario di quella che è stata una vera e propria battaglia culturale. Un “non luogo”, il vecchio ospedale psichiatrico di Reggio Calabria, che rappresentava l'annullamento della dimensione personale. “Non sembra, sono uomini: i volti e le immagini della follia di Stato”. A quasi dieci anni dalla legge Basaglia, l’indegna realtà della condizione in cui sopravvivono centinaia di uomini e donne all’interno dell’ospedale psichiatrico di Reggio Calabria, ha ormai varcato i confini locali e regionali, grazie alle pagine del quotidiano Avvenire. Era il 1988. Per chiudere e smantellare definitivamente quella triste realtà, in ritardo rispetto a gran parte d’Italia, bisognerà aspettare il 1992.
Il convegno – in programma nella mattinata di mercoledì 7 novembre 2018, presso il Palazzo della Città Metropolitana /Sala Perri - sarà un’occasione per ripercorrere il sentiero tracciato da Basaglia in Italia, le testimonianze di chi ha vissuto e conosciuto “quei poveri matti”, relegati e confinati dentro le mura del vecchio manicomio; la relazione di esperti del settore ed uno sguardo alla psichiatria oggi: con quali strumenti e modelli attuativi questa importante legge ha tradotto i princìpi enunciati in una reale azione sul territorio e quali le difficoltà delle famiglie, dei pazienti, delle strutture?
Al convegno, moderato Simona Totaforti (UniDa), prenderanno parte: Salvatore Berlingò, Rettore Università Internazionale “Dante Alighieri” di Reggio Calabria; Danilo Ferrara, Presidente Ordine Regionale Assistenti sociali della Calabria; Peppe Dell’Acqua (contributo video), già Direttore del DSM di Trieste e Direttore Collana 180; Rita Cutini, UniDa, Sostoss; Antonino Monorchio, UniDa; Domenico Nasone, segreteria nazionale Giustizia Libera; Luciano Squillaci, Aris Calabria. Testimonianze: Mons. Antonino Iachino, già Direttore Caritas diocesana RC; Bruno Praticò, volontario OP Reggio Calabria. Conclusioni: Carlo Gelosi, UniDa.
Sarà presente l’attore e drammaturgo Lorenzo Praticò, che leggerà testi e testimonianze.
Iscrizioni e registrazione partecipanti alle 8:30. L’inizio dei lavori è previsto alle 9:00.
A Melito Porto Salvo da quarant’anni opera la Casa famiglia della Piccola Opera “Villa Falco”. Voluta da don Italo Calabrò, ancor oggi porta avanti il suo desiderio del «nessuno escluso mai».
Sono diverse le opere-segno di carità fondate da don Italo Calabrò sul territorio diocesano di Reggio Calabria – Bova. Abbiamo provato a conoscerne l’origine con monsignor Antonino Iachino.
Torna l’appuntamento con Avvenire di Calabria, il settimanale dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova. Questa settimana l’apertura è dedicata a don Italo Calabrò.