Calabria, diventa realtà la premialità per le imprese che resistono alla ‘ndrangheta
L’annuncio del presidente della commissione regionale anti-‘ndrangheta Pietro Molinaro: «Oltre al valore simbolico, adesso anche valenza concreta».
Stamattina, a Limbadi, i familiari di Maria Chindamo (leggi quì la sua storia) si sono ritrovati sul luogo della barbara uccisione dell'imprenditrice reggina per mano della 'ndrangheta. Accanto a loro diverse scolaresche e una rete di associazioni, guidate da Libera che nell'occasione è stata rappresentata dal coordinatore regionale, don Ennio Stamile. L'incontro è stato coordinato da Giulia Melissari, portavoce del progetto "Mettiamoci una firma".
Di seguito il video dell'intervento di Vincenzo Chindamo, fratello della vittima:
Inoltre, in occasione della manifestazione è stato esposto anche uno striscione raffigurante don Italo Calabrò ritratto dall'artista reggino "In buona fede" (alias Federico Giglio).
L’annuncio del presidente della commissione regionale anti-‘ndrangheta Pietro Molinaro: «Oltre al valore simbolico, adesso anche valenza concreta».
Inizia domani in Corte d’Assise il processo nei confronti dell’uomo accusato di concorso in omicidio e di aver manomesso l’impianto di videosorveglianza posto all’ingresso del terreno della donna.
Una nuova idea per la gestione dei beni confiscati alle mafie. Per il Fai, affidarli alle imprese che hanno denunciato i clan può essere una soluzione per il loro riuso sociale.