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Hanno completato il corso d'italiano all'Unical e sono già arrivati ieri presso le strutture sanitarie di destinazione, i medici cubani "chiamati" a sopperire alle carenze di camici bianchi in Calabria. Il primo giorno "ufficiale" di servizio è, invece, oggi.
51 medici cubani (13 donne e 58 uomini) cominciano oggi la loro attività professionale nell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. È il primo contingente a prendere servizio in Calabria, alla luce dell'accordo stipulato, mesi fa, dal governatore Roberto Occhiuto presso l'ambasciata cubana, per far fronte all'attuale carenza di personale medico presso alcuni presidi sanitari della regione.
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Si inizia da un terreno molto carente di camici bianchi, la provincia di Reggio Calabria. All'Ospedale di Gioia Tauro sono arrivati 10 medici cubani. 16, invece al nosocomio di Locri, 9 a Melito Porto Salvo, mentre altri 16 andranno a supportare il personale dell'Ospedale di Polistena.
I medici cubani che opereranno in Calabria per i prossimi 6 mesi (che in caso di necessità potranno diventare 12) hanno concluso il corso di lingua italiana presso l'Università della Calabria. Acquisiti gli elementi essenziali della lingua sono pronti già da subito a dare il proprio contributo.
Nonostante le polemiche che hanno accompagnato l'operazione voluta dal governo calabrese di centrodestra, la macchina dell'accoglienza, in ambito locale, si è subito attivata al di là di ogni colore politico. A Locri, è stato l'assessore regionale al Lavoro, fino a poche settimane fa sindaco della città, Giovanni Calabrese a dare il benvenuto ai medici cubani che lavoreranno presso il locale ospedale.
I 16 camici bianchi da oggi in servizio a Locri, saranno ospitati all'Ostello della Gioventù gestito dal consorzio Goel. Il momento dell'accoglienza ha visto presente l'amministrazione comunale di Locri, oggi guidata da Giuseppe Fontanta. All'incontro c'era anche Vincenzo Linarello, presidente del consorzio Goel.
Nel salutare i nuovi arrivati, Calabrese (già da sindaco a guidare le battaglie per la sanità sul territorio) ha comunque ricordato come la priorità della Regione è «espletare le procedure concorsuali finalizzate all'assunzione stabile di medici e personale sanitario», assicurando che si sta lavorando per impiegare tutte le risorse finanziate per la programmazione e la riqualificazione del nosocomio.
Il benvenuto ai medici cubani è stato dato anche a Polistena, dove ha sede un altro degli ospedali dove sono stati assegnati altri 16 camici bianchi. L'amministrazione comunale guidata dal Michele Tripodi si è detto felice, a nome della città, di «accogliere con i sentimenti di amicizia e di solidarietà trani popoli che da sempre caratterizzano la nostra comunità, i 16 professionisti che alloggeranno all’albergo Mommo nell’ambito degli accordi sottoscritti con la Regione Calabria».
Il comune di Polistena ha inoltre messo a disposizione uno spazio interno al palazzo municipale per le attività di ufficio e coordinamento dell'intera compagine di medici in servizio presso gli ospedali dell'Asp di Reggio Calabria.
Il coordinatore dei medici è Luis Enrique Perez Ulloa che dunque avrà, nell’ufficio concesso in uso gratuito dall’amministrazione, la sua sede operativa a supporto di tutta l’attività dei medici nei quattro ospedali reggini di Polistena, Locri, Melito, Gioia Tauro.
Il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto parla di «bella pagina d'accoglienza», alla luce di come le cittadine coinvolte hanno dato il benvenuto al contingente di medici cubani che opererà nel reggino. «Calore affetto e senso di riconoscimento», afferma Occhiuto, a cui si aggiunge, da parte dei camici bianchi caraibici, «entusiasmo, spirito di servizio, voglia di mettersi a nostra disposizione per aiutare concretamente la sanità calabrese.
Questo tuttavia non basta, afferma Occhiuto secondo il quale, «come detto più volte, i medici cubani non toglieranno alcun posto di lavoro a medici italiani o calabresi, e questa vicenda non è una scorciatoia per non affrontare di petto i problemi che ci sono».
«Per superare l’emergenza in modo strutturale - ancora il presidente della Calabria - l’unica strada che abbiamo è quella dei concorsi, che continueremo a bandire su tutto il territorio regionale per assumere medici a tempo indeterminato». Da qui la promessa: «Costruiremo concorsi più attrattivi, coinvolgendo anche gli specializzandi, per far in modo che anche ospedali periferici possano essere presi in considerazione da medici specializzati alla ricerca di un’occupazione».
Un percorso per portare dal termine il quale, aggiunge Occhiuto, «chiederemo la compartecipazione del governo nazionale: se ad un carabiniere o ad un magistrato che prestano servizio in Calabria viene riconosciuto qualcosa in più - in termini economici e di carriera - perché la nostra Regione viene considerata zona disagiata, questo criterio deve valere ancor di più per la sanità, settore in macerie e commissariato da oltre 12 anni. E su questi punti ho aperto un proficuo confronto con il ministro Orazio Schillaci».
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I medici cubani, dunque, non rappresentano la soluzione, ma il «loro contributo sarà, in questo frangente, fondamentale e di vitale importanza per tante comunità regionali».
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