Avvenire di Calabria

Il vescovo di Mileto-Tropea-Nicotera ha presieduto alla solennità dei Santi Pietro e Paolo

Monsignor Renzo: «Don Mottola, uomo innamorato della Chiesa»

Redazione Web

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La diocesi di Mileto-Tropea-Nicotera si è radunata nella città costiera del vibonese per celebrare la solennità dei Santi Pietro e Paolo, lo scorso 29 giugno, nell'anno - il 2019 - in cui è stato indetto il Giubileo diocesano dei sacerdoti che ricorda il Pio transito del Venerabile, don Francesco Mottola.

Il vescovo, monsignor Luigi Renzo, ha parlato ai fedeli radunati durante la sua omelia. «È un giorno particolare per diversi motivi. Innanzitutto per la solennità liturgica che celebriamo, quella dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, le due colonne della Chiesa, ma poi anche per i 50 anni del Pio Transito del Venerabile don Francesco Mottola da questa terra al cielo il 29 giugno 1969 e, nel contesto dell'Anno Mottoliano in corso, per il Giubileo dei Sacerdoti della diocesi. Tanti motivi, quindi, per esprimere la nostra gioia e la nostra gratitudine prima di tutto al Signore».

«Il ruolo ed il compito di Pietro e dei suoi successori sono inconfondibili ed è simbolicamente e plasticamente suggestivo come don Mottola sente il suo rapporto con Pietro ed in lui con il suo vescovo, padre della diocesi. È lui stesso a raccontare come ogni qualvolta entrava in San Pietro a Roma, per prima cosa, in segno di sottomissione e di obbedienza, andava a mettersi con la testa sotto la grande statua di bronzo del primo Papa, posta davanti all'altare delle Confessioni proprio sulla sua tomba. A qualcuno può far storcere il naso, ma è rivelatore di un uomo innamorato della Chiesa e della Gerarchia, in cui serve disinteressatamente il Signore», ha detto Renzo che ha proseguito spiegando come «siamo nel giorno centrale di questo anno giubilare, per cui quale occasione più bella che ritrovarci tutti qui i Sacerdoti della diocesi».

Il presule ha riferito che «il legame di don Mottola al Sacerdozio ed ai Sacerdoti è stato sempre straordinario e fecondo per chiunque lo abbia avvicinato. Ne sono prova le numerose Opere e Case di Carità da lui fondate o ispirate, gli Istituti di consacrazione sacerdotale e laicale (le tre famiglie oblate), oltre all'apostolato quotidiano sempre intenso anche e soprattutto dopo essere stato colpito nel giugno 1942 dalla grave forma di paresi, che lo costrinse in casa fino al suo pio transito 50 anni fa».

« La nostra testimonianza passa "attraverso il nostro modo di essere con Gesù e con gli altri" - conclude monsignor Renzo - L'esempio di don Mottola in questo ci offre un ottimo quadro di riferimento».

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