Avvenire di Calabria

Il quadro della Madonna della Consolazione ad Archi e Santa Venere dopo le vandalizzazioni degli asili

Morosini a Santa Venere: «Ogni attentato è una condanna a morte»

Dopo cinque attentati è tempo di reagire, «Reggio non può tacere»

Davide Imeneo

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C'è ancora odore di bruciato nelle annerite stanze dell'asilo di Santa Venere. Avrebbe dovuto aprire in questi giorni, ma il 3 ottobre ignoti vandali lo hanno incendiato quando era ormai pronto, arredato di tutto punto e allestito per accogliere i trenta bambini dell'altopiano del Monte San Demetrio. Estrema periferia aspromontana del comune di Reggio Calabria, Santa Venere è la frontiera della civiltà: soltanto da qualche anno è stata realizzata la rete fognaria e ancora non esiste una strada collaudata che la collega alla città, motivo per il quale non c'è nessun servizio di trasporto municipale. L'asilo era un segno di speranza, andata in fumo. In pochi giorni, cinque episodi di vandalizzazione hanno interessato beni comunali, i più gravi sono stati i danneggiamenti agli asili di Archi e Santa Venere. Ma non c’è tempo per la rassegnazione, piuttosto è l’ora della reazione.
Per questo l’arcivescovo di Reggio Calabria ha deciso di portare il quadro della Madonna della Consolazione, patrona della diocesi, nella parrocchia di Santa Venere e poi nella parrocchia “Santo Stefano” di Archi.
Ieri, alle 15.30, a Santa Venere, nella piazza antistante la chiesa, c’erano i fanciulli rimasti senz'aula. Hanno atteso e accolto il quadro della Madonna insieme ai loro genitori e a centinaia di altre persone. «Voglio approfittare di questo momento, ha esordito l’arcivescovo Morosini, per richiamare l'attenzione di tutta la città di Reggio su certi problemi e carenze che non possiamo più accettare, alle quali dobbiamo reagire, con una rinnovata coscienza cristiana e civile. Reggio non può tacere dinanzi agli attentati».
Il clima di violenza e intimidazione è stato reso ancor più teso dalla notizia, diffusa questa mattina, del ritrovamento di una lettera contenente alcuni proiettili, indirizzata al sindaco Falcomatà. «A che serve la fede, i battesimi, le cresime, i sacramenti celebrati in Chiesa, se poi dobbiamo assistere in città a fenomeni di questo genere?» ha chiesto l'arcivescovo. «Vogliamo dire a questi ragazzi, che dobbiamo crescere nella custodia del bene comune e nel rispetto della persona? Davanti a tutti gli atti vandalici commessi attorno a noi, chiediamoci: quale società stiamo costruendo? Ogni attentato è una condanna a morte. Chi ha bruciato l'asilo vuole condannarci a non vivere bene. Non può essere così!».
Anche ad Archi, davanti a un migliaio di persone, l'arcivescovo ha ribadito l'importanza dell'educazione al bene comune, ai diritti e ai doveri, alla libertà come occasione di comunione.
Le istituzioni hanno condiviso la necessità di reagire al crimine e alle intimidazioni. In chiesa erano presenti, oltre il sindaco, anche l'assessore ai lavori pubblici Angela Marcianò e alle politiche sociali, Giuseppe Marino, entrambi già al lavoro per restituire ai cittadini i beni vandalizzati. «Santa Venere è al centro delle nostre attenzioni, assicura l'assessore Marcianò, abbiamo individuato i fondi per la strada, fanno parte dei finanziamenti del Decreto Reggio, ma adesso la nostra priorità è l’asilo». Marino rassicura sui tempi «l’asilo di Santa Venere e Archi saranno rimessi subito in funzione, abbiamo affidato i lavori alle stesse ditte che li avevano già fatti. Presto riavremo le strutture funzionanti, con tutti i requisiti previsti dalla legge per la migliore crescita umana e culturale dei nostri ragazzi».

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