Avvenire di Calabria

Istituita dalle Nazioni Unite nel lontano 1992, ogni anno, esattamente il 22 marzo, si celebra da 26 anni

Oggi la Giornata Mondiale dell’Acqua

Luigi Iacopino

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Istituita dalle Nazioni Unite nel lontano 1992, ogni anno, esattamente il 22 marzo, si celebra la giornata mondiale dell’acqua. Un appuntamento importante non soltanto per riflettere sulle raccomandazioni fornite dall’Onu ma anche per spronare gli Stati membri a promuovere attività concrete all’interno dei propri Paesi. L’Istituto Nazionale di Statistica, ricordando la crisi idrica attraversata dai principali bacini idrografici italiani nel 2017, ha dedicato un focus alla vicenda, fornendo “un quadro di sintesi delle principali statistiche sulle risorse idriche”. Sebbene alcuni dati pare facciano emergere lievi miglioramenti su determinati aspetti affrontati, si registrano ancora contraddizioni piuttosto evidenti e un divario Nord-Sud che non accenna a diminuire.  L’esposizione della Calabria a talune problematiche ataviche testimonia la necessità di una seria e responsabile riflessione istituzionale, in particolare, sui fronti della depurazione e dell’erogazione dell'acqua nelle abitazioni.

Dall’indagine dell'Istat è emerso, in primo luogo, che “tra i 28 Paesi dell’Unione europea l’Italia ha il maggiore prelievo annuo di acqua per uso potabile pro capite”, corrispondente a “156 metri cubi per abitante”, sebbene risulti che in 342 comuni, in cui risiedono circa 1,4 milioni di abitanti, il servizio di depurazione delle acque reflue urbane sia totalmente assente. In Calabria ben 57 comuni, pari al 7% della popolazione regionale, risultano senza depurazione. In Campania e in Sicilia, invece, i comuni sono rispettivamente 55 (3,9%) e 75 (12,9%). Si tratta – specifica il documento – delle “situazioni di maggior criticità”.

A ciò si aggiunga un altro aspetto di importanza non secondaria. Se è vero che nel 2017 una famiglia su 10 – su scala nazionale – ha lamentato irregolarità sul piano del servizio di erogazione dell'acqua nella propria abitazione, è altrettanto vero che questa criticità pare essere particolarmente presente nel Mezzogiorno. In Calabria l’inefficienza riguarda circa un terzo delle famiglie (il 36,0%), benché la quota sia in calo rispetto al 2016 (37,5%). E, se nel Nord del Paese la quota di “famiglie che non si fidano a bere l’acqua di rubinetto” si attesta intorno al 20%, in alcune regioni del Mezzogiorno la percentuale supera persino il 50%, pari complessivamente a circa la metà delle famiglie considerate. In Calabria, terza classificata dopo Sardegna e Sicilia, in particolare, si arriva al 48,9%. La media nazionale, tuttavia, ha fatto registrare un miglioramento nel corso degli ultimi quindici anni.

Sul fronte, infine, della qualità delle acque di balneazione, la Calabria tocca la rispettabile quota del 92,0%, nonostante nel 2016, insieme alla sola Sicilia, sia riuscita nell’impresa di tenere sempre chiuse alcune aree di balneazione di qualità eccellente e buona.

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