Avvenire di Calabria

La Chiesa con questo ministero ha inteso il più possibile valorizzare la figura del catechista

Papa Francesco istituisce il ministero laicale del catechista

di Redazione web

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«Il ministero di Catechista nella Chiesa è molto antico. È pensiero comune tra i teologi che i primi esempi si ritrovino già negli scritti del Nuovo Testamento. Il servizio dell’insegnamento trova la sua prima forma germinale nei “maestri” a cui l’Apostolo fa menzione scrivendo alla comunità di Corinto: «Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime». Con il il Motu Proprio “Antiquum misterium”, papa Francesco ha istituito il ministero laicale di catechista. Spetterà adesso alla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti pubblicare a breve il rito istitutivo, mentre le Conferenze episcopali dovranno stabilire «l’iter formativo necessario e i criteri normativi per potervi accedere». I pastori, recita in proposito il Motu proprio «non cessino di fare propria l’esortazione dei Padri conciliari quando ricordavano: «Sanno di non essere stati istituiti da Cristo per assumersi da soli tutto il peso della missione salvifica della Chiesa verso il mondo, ma che il loro eccelso ufficio consiste nel comprendere la loro missione di pastori nei confronti dei fedeli e nel riconoscere i ministeri e i carismi propri a questi, in maniera tale che tutti concordemente cooperino, nella loro misura, al bene comune» (Lumen Gentium, 30). Il discernimento dei doni che lo Spirito Santo non fa mai mancare alla sua Chiesa sia per loro il sostegno dovuto per rendere fattivo il ministero di catechista per la crescita della propria comunità».

Come noto i ministeri istituti, come l’accolitato e il lettorato, che il Papa ha recentemente aperto alle donne, sono affidati con atto liturgico del vescovo, dopo un adeguato cammino, «a una persona che ha ricevuto il Battesimo e la Confermazione e in cui siano riconosciuti specifici carismi». Si tratta di altro rispetto ai ministeri “ordinati”, che hanno invece origine in uno specifico Sacramento: l’Ordine sacro. Cioè i ministeri ordinati del vescovo, del presbitero, del diacono.

Il nuovo Motu Proprio, dunque va nel segno di una valorizzazione del ruolo dei laici nella comunità. Con alcune sottolineature e precisazioni. Primo requisito necessario – ha osservato l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione – «la dimensione vocazionale a servire la Chiesa dove il vescovo lo ritiene più qualificante. Il ministero non viene dato per una gratifica personale,ma per il servizio che si intende prestare alla Chiesa locale e e a servizio di dove il vescovo ritiene necessaria la presenza del catechista. Non si dimentichi – ha aggiunto Fisichella – che in diverse regioni dove la presenza dei sacerdoti è nulla o rara, la figura del catechista è quella di chi presiede la comunità e la mantiene radicata nella fede».

A seconda delle proprie tradizioni locali spetterà alle singole Conferenze episcopali individuare i requisiti di età, studio e le condizioni necessarie per accedere al ministero.

Il Motu proprio Antiquum Ministerium rappresenta per la Chiesa che è in Italia un invito a proseguire nella riflessione già avviata con la Lettera Apostolica Spiritus Domini sulla modifica del can. 230 § 1 del Codice di Diritto Canonico circa l'accesso delle persone di sesso femminile al ministero istituito del lettorato e dell'accolitato.

«L'attenzione riservata da papa Francesco alla figura del catechista ha accompagnato, sin dall'inizio, il suo pontificato. Questo Motu proprio ribadisce e sostiene la riflessione su una prospettiva ben precisa di Chiesa che vive in pienezza la ministerialità come un dono», afferma monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei, commentando la pubblicazione della Lettera Apostolica che istituisce il ministero di Catechista. Si tratta di un documento che valorizza e mette in luce l'azione catechistica delle comunità, che si svolge nel particolare contesto delle Chiese del nostro Paese. 

Con questo Motu proprio, conclude monsignor Russo, «il Papa rilancia l'impegno per ogni comunità: il catechista risponde a una chiamata e lo fa per sempre. In un tempo fluido è importante avere coscienza che quel 'sempre' è un orizzonte di senso per una Chiesa ministeriale».

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