Avvenire di Calabria

Intervista al consigliere metropolitano delegato Giuseppe Giordano sul Piano strategico della città metropolitana

Reggio Calabria, sviluppo in ostaggio del regionalismo differenziato

Il consiglio della Metrocity dà il via libera al documento preliminare, l'esponente: «Unico ostacolo è l'autonomia differenziata»

di Francesco Chindemi

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Il Consiglio metropolitano di Reggio Calabria ha approvato la versione preliminare del Piano Strategico metropolitano. L'articolato documento, adesso, passerà al vaglio della Conferenza metropolitana per poi ritornare al centro del confronto dell'aula "Repaci" di Palazzo Alvaro.

Piano strategico e visione futura della città metropolitana di Reggio Calabria

È il primo Piano strategico della città metropolitana di Reggio Calabria. Strumento di pianificazione dell’ente intermedio previsto dalla riforma Delrio, la cui attuazione rischia di essere ostacolata per vari motivi che non dipendono da dinamiche locali.


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Ne abbiamo parlato con il consigliere metropolitano Giuseppe Giordano, delegato al programma operativo Pon Metro.

Perché è importante il Piano strategico della città metropolitana? Cosa rappresenta?

È l’atto di indirizzo e di programmazione per lo sviluppo di carattere sociale, economico e ambientale del territorio metropolitano, nonché per l’esercizio delle funzioni dei comuni e delle unioni di comuni, anche in relazione a quelle delegate o attribuite dalla Regione. Possiamo definirlo una vera e propria “mappa di navigazione”, suscettibile di ulteriori arricchimenti, che guarda alla programmazione futura.

Su quali materie interviene e come può contribuire a migliorare la qualità e il livello dei beni e dei servizi pubblici essenziali?

Il Piano disegna una città metropolitana più “semplice” ed efficiente e, quindi, più vicina a cittadini e imprese e al servizio dei comuni. Dalla rigenerazione del territorio, alla valorizzazione delle sue risorse, dall’attività legata al welfare e al sociale, al consolidamento dell’identità metropolitana, passando dall’economia e dallo sviluppo produttivo del territorio è uno strumento capace di costruire le proiezioni di sviluppo dei diversi segmenti che compongono il comprensorio metropolitano.

Sui trasporti, ad esempio, si potrà incidere sul rilancio dell’aeroporto dello Stretto? E come?

Il Piano richiama anche la necessità di ripensare l’accessibilità del territorio dall’esterno, attraverso scelte forti e ad un deciso cambio di paradigma verso l’intermodalità e, quindi, a un ripensamento del ruolo dell’aeroporto di Reggio Calabria e delle connessioni con quello di Lamezia. Strategia sostenuta da un progetto di avanzata intermodalità per il Nodo dello Stretto, che guarda al coinvolgimento della città metropolitana di Messina per una nuova governance di area metropolitana interconnessa e funzionale. Azioni prevista dal Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) che abbiamo recentemente redatto e che sarà presto approvato.

Oltre all’approvazione è importante l’attuazione del Pscm. Uno strumento che presuppone capacità di intercettare risorse e di progettazione. Come ovviare a questo che sembra un limite, oggi, dei nostri enti locali?

Siamo consapevoli che modelli e strumenti attuali – a cominciare dalla macchina amministrativa – non siano del tutto adeguati alle nuove sfide a cui il territorio è chiamato. Il Piano strategico, non a caso, dedica un ampio spazio a questo. La stessa città metropolitana ha necessità di ripensare e innovare la sua struttura burocratica che ha risentito pesantemente della riduzione dei trasferimenti e degli organici. L’intento è consolidare il ruolo di soggetto promotore dello sviluppo, assegnato dalla Legge Delrio alle città metropolitane, con la creazione di una struttura permanente di gestione della pianificazione strategica, utile anche per supportare le politiche territoriali dei piccoli comuni. L’altra cosa su cui stiamo puntato è la formazione delle risorse umane, con azioni di affiancamento, trasferimento di esperienze e collaborazione in rete. Anche attraverso sinergie pubblico/privato.

L’autonomia differenziata potrebbe pregiudicare l’attuazione del Piano?

Sicuramente questo modello di autonomia differenziata sì. Oltre a pregiudicare i principi fondamentali della Costituzione, accentuando le già marcate diseguaglianze fra regioni, la riforma Calderoli andrebbe, infatti, ad intaccare la sfera delle funzioni fondamentali di città metropolitane e autonomie locali.


PER APPROFONDIRE: Deleghe e metrocity, Reggio Calabria è in gabbia


Sul punto, la questione fa il paio, per quel che ci riguarda, con la mancata attribuzione delle funzioni da parte della Regione Calabria. Ricordo, unico caso in Italia. E questo limita parecchio la nostra competitività rispetto agli altri enti simili. Insieme all’approvazione del Piano strategico, ottenere le funzioni è l’altro obiettivo prioritario che ci siamo dati. Senza esse, il Piano strategico non potrà esprimere la migliore efficacia sul territorio.

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