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A che punto è la spesa relativa al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Italia? In vista della scadenza del 2026, la spesa rendicontata del PNRR ha raggiunto quota 46 miliardi su oltre 191 totali da investire entro i prossimi due anni e mezzo. Solo lo scorso anno le spese sono ammontate a 21,1 miliardi contro i 40,9 indicati dalla Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NaDEF).
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Nonostante il nostro Paese stia facendo meglio di altre nazioni europee, non mancano i ritardi nell'attuazione del PNRR. Tra i comuni chiamati a gestire risorse e progetti si riscontrano problematicità. In caso di inadempienza, scatterà la restituzione delle risorse ricevute. Il rischio è che gli enti locali poi debbano rimetterci di tasca propria, con tutte le conseguenze che gravano sui rispettivi bilanci.
L'ultimo aggiornamento ufficiale relativo alla gestione delle risorse del PNRR risale al primo febbraio. Per quanto riguarda la Calabria (fonte portale "Calabria Europa"), si parla di 11,3 miliardi di euro per un totale di oltre 12.142 progetti già avviati.
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Tuttavia, di questi soltanto 777 (pari al 6,4%) risultano completati. In alcuni casi non si è ancora partiti. Vedi infrastrutture e istruzione e ricerca. Inchiodati alla casella "zero" anche le cosiddette «missioni» relative a digitalizzazione, salute e coesione.
«Spesa zero» ad aver certificato, nell'ultima relazione presentata qualche giorno fa, anche la Corte dei Conti. In occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della magistratura contabile che si è svolta a Catanzaro, il procuratore generale, Ermenegildo Palma, ha evidenziato forti ritardi nell'impiego delle «ingenti disponibilità finanziarie» di cui è destinatario il territorio calabrese.
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«Il PNRR è praticamente fermo», ha evidenziato Palma, secondo il quale «basta prendere il portale "Calabria Europa" per vedere che una delle misure del PNRR, che è quella riguardante le infrastrutture, su 5 miliardi e mezzo di dotazione ha spesa zero».
Il motivo di ciò, non sarebbe «la paura della firma che blocca le iniziative della pubblica amministrazione, è qualcosa di più complesso che passa dalle norme ed anche dalla cultura di chi deve attuarle».
Per il procuratore generale della Corte dei Conti, «avendo norme più semplici e una propensione a una maggiore responsabilità e nessuna paura della firma potremmo andare avanti a spendere tutti i soldi del PNRR».
La "missione" Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo che ha «l’obiettivo di dare un impulso decisivo al rilancio della competitività e della produttività» ed è quella «con maggiore impatto trasversale proprio perché digitalizzazione e innovazione riguardano tutti i campi» è ferma a soli 3 progetti chiusi su 3114 totali. Il paradosso è che su oltre un miliardo e 259 milioni di euro, sono stati spesi solanto 754 mila 169 euro.
Nell'ambito della "missione" Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica che ha come obiettivo «promuovere la transizione ecologica, la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, con particolare attenzione alle aree interne e montane, e di rafforzare la resilienza ai rischi naturali e antropici», sono stati chiusi 756 progetti (74,5 milioni spesi) su 4.934 totali.
Il settore delle infrastrutture «per una mobilità sostenibile» che ha ottenuto 5,5 miliardi di euro per finanziare 14 progetti è in pratica fermo: il rendiconto parla di «zero» interventi chiusi su 14 totali. Analogo discorso anche per la "missione" Istruzione e Ricerca: oltre un miliardo di euro previsti, ma dei 2687 progetti avviati nemmeno uno è stato portato a compimento.
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Numeri esigui anche per la "missione" Inclusione e Coesione. Su 895 progetti totali (poco più di un miliardo il finanziamento), ne sono stati chiusi 4 per una spesa totale di 1,1 milione di euro. La promozione della salute conta 14 progetti chiusi per un totale di 1,5 milioni di risorse investite su un ammontare di quasi 629 milioni per finanziare in totale 498 progetti.
In questo mare di ritardi nell'attuazione del PNRR che investe tutto lo Stivale, una buona performance è quella raggiunta dalla provincia di Cosenza. Prima in tutto il territorio nazionale per capacità di spesa dei fondi del PNRR. Questo, almeno, secondo i dati diffusi dall'Unione delle Province d'Italia. In tutto spesi 75 milioni e mezzo di euro, «è un ottimo risultato che dà visibilità non solo al Cosentino, ma all'intera Calabria», ha motivo di ritenere la presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro.
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L’annuncio ufficiale dopo la riunione del partito: «Orgoglioso di questo incarico, che condivido con chi mi ha sempre sostenuto».
In prefettura, confronto istituzionale sull’avanzamento delle opere finanziate con il Piano nazionale di ripresa e resilienza.