Avvenire di Calabria

L'analisi dell'esperto e professore ordinario di Diritto costituzionale all'Università Mediterranea di Reggio Calabria

Pnrr e Città metropolitana: quali prospettive?

L’arrivo dei fondi presuppone una progettualità comune e unitaria che porti sviluppo

di Antonino Spadaro*

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Com’è noto, l’Italia è il Paese che riceverà la quota più alta di fondi del Piano NextGeneration dell’Unione europea, volto soprattutto alla cosiddetta transizione ecologica e digitale. Si tratta di ben 191,48 miliardi di euro (la Germania, per esempio, ne ha soli 25,6), di cui il 40% è destinato al Mezzogiorno.


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Mettendo da parte i fondi che gestisce direttamente lo Stato e limitandoci al solo Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), le regioni dovranno occuparsi soprattutto della sanità (missione 6 del Pnrr), mentre gli enti locali – fra cui la nostra città metropolitana – prevalentemente di transizione ecologica (missione 2), istruzione e ricerca (missione 4), coesione ed inclusione (missione 5).

Pnrr, quanto spenderanno le regioni

Si è calcolato che regioni ed enti locali potranno spendere in beni e servizi quasi 50 miliardi di euro del Pnrr. Ma esistono anche altre e importanti risorse disponibili cui accedere (Fondi strutturali 2021-2027, Fondi sviluppo e coesione, Fers, Fse +, Jtf, ecc.). È stato calcolato che sono arrivati o arriveranno al Sud, nei prossimi 7 anni, più di 200 miliardi di euro: una barca di soldi. L’entità delle somme – e la tempistica da rispettare nella gestione delle stesse – sono tali che non è irragionevole domandarsi non solo se manca la cosiddetta “capacità di spesa” da parte dei nostri enti locali, ma semplicemente la “possibilità di spesa”.

In breve: riusciremo mai non solo a spendere queste somme previste dal Pnrr, ma a “immaginare” come investirle utilmente? Se pensiamo alle ingentissime risorse finanziarie destinate alla sanità calabrese, tuttora mai utilizzate, la domanda è lecita. Non mancano segnali di speranza: il Comune di Reggio ha avuto approvati 16 progetti destinati in prevalenza alla riqualificazione delle periferie e la Città metropolitana può già investire 118 milioni di euro per la cosiddetta rigenerazione urbana dei suoi 97 comuni.

Pnrr e progettualità: necessaria una visione d'insieme

Il timore è che manchi una visione d’insieme, un progetto unitario ed organico, non frammentario, capace di immaginare uno sviluppo sostenibile e integrato di tutto il territorio della città metropolitana (porto di Gioia Tauro, statale 106, ecc.), senza soverchie illusioni su obiettivi controversi e divisivi (ponte sullo stretto), probabilmente al momento non raggiungibili (alta velocità fino a Reggio).

Ad ogni modo – anche sorvolando sulla mancata elezione diretta del sindaco della città metropolitana da parte di tutti gli abitanti dei 97 comuni – senza una profonda e radicale riorganizzazione amministrativa del territorio, difficilmente si riuscirà a conseguire davvero gli obiettivi voluti.


PER APPROFONDIRE: Pnrr, in arrivo nuovi strumenti e risorse per il Sud


Serve, per esempio, accorpare (unire, fondere, associare, ecc.) i tanti, troppi comuni già uniti “di fatto” – basti pensare a Locri e Siderno –generando agevolazioni finanziarie, grandi economie di scala e occupazione. Incomprensibilmente si preferisce invece mantenere sindaci, giunte e consigli comunali praticamente inutili, nel solo interesse di una classe politica non interamente, ma largamente, inadeguata.

*professore ordinario di Diritto costituzionale - Università Mediterranea

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