Avvenire di Calabria

La Chiesa universale festeggia, oggi, san Giuseppe Lavoratore: il padre putativo di Gesù fu un operaio ed è il patrono dei lavoratori

Primo Maggio, la Chiesa festeggia san Giuseppe lavoratore

La decisione recente. È una festa istituita da Pio XII nel 1955 con l’intenzione di dare al mondo del lavoro un protettore e un modello

di Redazione Web

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La Chiesa universale festeggia, oggi, san Giuseppe Lavoratore: il padre putativo di Gesù fu un operaio ed è il patrono dei lavoratori. La decisione recente. È una festa istituita da Pio XII nel 1955 con l’intenzione di dare al mondo del lavoro un protettore e un modello.

La Chiesa festeggia oggi san Giuseppe lavoratore

Nella festa del 19 marzo san Giuseppe viene festeggiato come padre putativo di Gesù: questa paternità lo qualifica e lo esalta facendo di lui uno dei personaggi più significativi e amati della Chiesa. Oggi invece si ricorda san Giuseppe nella sua condizione di operaio, di carpentiere e, come tale, patrono dei lavoratori.


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È una festa istituita da Pio XII nel 1955 con l’intenzione di dare al mondo del lavoro, che viveva problematiche nuove e di grande peso su tutta la società, un protettore e un modello. Ricordare san Giuseppe carpentiere significa anche riportare alla memoria l’ambiente in cui Cristo è nato ed è cresciuto come uomo, l’ambiente in cui ha vissuto quasi tutta la sua vita. Significa dunque ricordare che anche il Signore Gesù ha lavorato con mani di uomo, e di tutto l’uomo e di ogni uomo è modello e salvatore.


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Lo stesso giorno, si ricorda anche san Riccardo Pampuri. Nato il 2 agosto 1897 a Trivulzio (Pavia), studente di medicina, durante la prima guerra mondiale prestò servizio militare a Vittorio Veneto negli ospedaletti da campo, dove si distinse per generosità ed eroismo. Finita la guerra, nel 1921, si laureò in medicina specializzandosi in ostetricia e ottenne la condotta a Morimondo, vicino ad Abbiategrasso. Mise a servizio di quella popolazione con la sua scienza anche tutta la sua dedizione, il suo tempo e le sue risorse. Nel 1927 entrò, a Milano, nell’ordine ospedaliero dei Fratebenefratelli e anche qui si distinse per la sua carità. Ammalatosi gravemente di tubercolosi, morì nel convento-ospedale di S. Giuseppe a Milano il 1° maggio 1930, a soli 32 anni. Il 4 ottobre 1981 Giovanni Paolo II lo proclamava beato; è stato canonizzato nella festività di Tutti i Santi, il 1° novembre 1989.

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